di Elena Coatti
Esplode la contestazione nell’aula del Consiglio comunale di lunedì 24 marzo, da parte dei militanti di Ferrara per la Palestina. Nei giorni precedenti, il gruppo aveva chiamato alla mobilitazione la cittadinanza per assistere alla discussione sul riconoscimento della Stato di Palestina, raccogliendo più di una trentina di persone.
Al termine dell’intervento della consigliera Iolanda Madeo (FdI), che ha illustrato la mozione di maggioranza “Due popoli, due stati”, gli attivisti si sono alzati in piedi sventolando le bandiere palestinesi e gridando “vergogna”, sancendo così la sospensione definitiva della seduta.
L’attesa per l’esito delle due mozioni, quelle della maggioranza e della minoranza, e dell’odg dell’opposizione era tanta. Così come la tensione tra il pubblico: “All’esterno dell’aula c’erano agenti della Polizia Locale e della Digos che dicevano che non si poteva entrare“, così riferisce Francesco Ganzaroli (centro sociale La Resistenza) contattato telefonicamente dalla redazione. “Ho chiesto spiegazioni – prosegue – e mi hanno detto che dovevo attendere fuori per motivi di ordine pubblico perché il presidente del consiglio comunale aveva imposto un limite massimo di 100 partecipanti”.
Dopo essersi informato sulla capienza dell’aula e aver chiesto spiegazioni è stato fatto entrare, così come altri dopo di lui, perché il limite non era ancora raggiunto. Altri invece pare non abbiano insistito e, alla comunicazione degli agenti all’ingresso, hanno preferito allontanarsi.
Poco prima dell’inizio della discussione, anche il sindaco Alan Fabbri – fino a quel momento assente – ha raggiunto l’aula e, al momento della contestazione, ha affrontato faccia a faccia i militanti accusandoli di essere “filo-terroristi”, tra gli applausi della maggioranza.
A quel punto la protesta si è acuita ulteriormente. Uno dei manifestanti, di origini palestinesi, gli ha gridato: “Con che faccia ti presenti qui a parlare di Palestina dopo aver stretto la mano all’ambasciatore israeliano e dopo che solo pochi giorni fa a Gaza sono morti 200 bambini?”.
Una volta portati fuori dalla residenza municipale dalle forze dell’ordine, tutti coloro che hanno partecipato alla contestazione sono stati identificati. Neanche una decina di minuti dopo, Alan Fabbri ha riferito tramite i suoi canali social che “questa è la democrazia di chi vuole insegnare agli altri i valori della democrazia e della pace”, scusandosi per aver “perso le staffe”.
C’è stata un po’ di amarezza tra qualcuno del pubblico che, scendendo lo scalone del Municipio, ha confessato che sperava in un esito migliore. “Non giudico la rabbia e la protesta di questi giovani – ha detto una signora presente alla discussione – ma il dialogo resta la soluzione più adeguata e il riconoscimento dello Stato di Palestina sarebbe stato un grande traguardo per la nostra città, che ora difficilmente riusciremo ad ottenere”.
Niente da fare, dunque, per le mozioni e l’odg presentati in Consiglio, i cui testi chiedevano espressamente il riconoscimento ufficiale da parte del Comune dello Stato di Palestina “come atto simbolico di grande importanza e solidarietà concreta verso il popolo palestinese” e l’impegno del sindaco ad attivarsi in questo senso anche a livello nazionale, seppur con qualche sostanziale differenza tra loro.
Solo la consigliera Marzia Marchi (M5S), nella sua mozione, ha citato il richiamo formale allo Stato di Israele da parte della Cig per la prevenzione e repressione del crimine di genocidio nella Striscia di Gaza. Durante la presentazione del suo testo ha infatti dichiarato che “si è timidi a usare una parola: quella del genocidio”. L’odg “Due popoli, due stati” è stato invece presentato dal capogruppo Pd Massimo Buriani, a nome anche dei gruppi La Comune e Civica Anselmo.
“Nonostante l’opzione ‘Due popoli, due stati’ possa apparire oggi di difficile realizzazione – ha dichiarato Buriani – resta la soluzione più adeguata a risolvere il conflitto israelo-palestinese ed è preferibile alla realizzazione di un unico stato bi-nazionale, in cui convivano le due popolazioni”. La consigliera Madeo (FdI) ha poi illustrato la mozione di maggioranza, a nome dei gruppi Civica Fabbri, Lega e Forza Italia. “Le motivazioni del conflitto – ha affermato – hanno subito un’evoluzione nel corso del tempo e che i nostri sensi percepiscono come uno stato di malessere, di orrore. Per un conflitto che reca dolore ad entrambi i popoli, che parimenti sentiamo come nostri fratelli e sorelle”.
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