Copparo. “In questa vicenda una cosa deve essere chiara. La trattativa Berco sta segnando un punto di non ritorno e la vostra è una battaglia, fatta sulla vostra pelle e sulle vostre tasche, per difendere il diritto dei lavoratori e di una comunità a poter avere il rispetto dei datori di lavoro”.
È il rispetto una delle cose che sta venendo meno a Copparo secondo Michele de Pascale, intervenuto in occasione dell’incontro pubblico al teatro ‘De Micheli’ di Copparo (‘Berco, una crisi senza fine. Dalla difesa del lavoro e del salario, alla tutela dell’intero territorio’), promossa da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil di Ferrara.
Il presidente della Regione Emilia-Romagna si rivolge a distanza al board aziendale, che ha evitato il confronto in sede ministeriale: “devono sapere che avranno gli occhi puntati addosso di tutto il Paese, perché questa è la battaglia di tutti gli emiliano-romagnoli e di tutti i veneti. Ci sono due regioni oggi che parlano la stessa lingua. E non è scontato. Ci sono tre sindacati che parlano la stessa lingua. E anche questo non è scontato”.
Ma queste sono “condizioni necessarie ma non sufficienti” perché “se non ci fossero gli uomini e le donne davanti ai cancelli della fabbrica e le rispettiva comunità attorno a loro questa resistenza non sarebbe possibile”.
Anche perché, sottolinea De Pascale, “l’alternativa è la bomba sociale. Ci stiamo battendo con tutte le nostre forze per difendere questa eccellenza industriale molto importante sia per l’Emilia-Romagna che per il Veneto, tra l’altro collocata in una zona che non riuscirebbe a riassorbire i posti di lavoro persi; si tratterebbe dunque di un vero dramma sociale, in uno scenario in cui l’Italia e l’Europa non possono permettersi di perdere altri pezzi della loro produzione industriale”.
“Ieri (giovedì, ndr) abbiamo parlato con il ministro Urso- aggiunge de Pascale– chiedendo al Governo di intensificare l’azione riguardo a questo sito. Si chiuda la fase degli atti unilaterali, l’azienda ascolti le voci che provengono dai sindacati e ritiri la disdetta del contratto integrativo e la procedura di licenziamento collettivo. Così si potrà aprire una vera fase di confronto per salvaguardare l’occupazione e con essa il futuro dell’insediamento industriale con un piano di rilancio degli investimenti e della produzione”.
Il presidente chiede quindi che dal livello nazionale arrivi “un messaggio forte: che se il management rompe le relazioni sindacali, rompe il rapporto con la Repubblica Italiana, non solo con il Comune di Copparo”.
“Rispetto alla crisi della metalmeccanica in Italia – conclude de Pascale- ci sono tanti responsabili da Bruxelles a Roma (un Paese che ha sbagliato politiche industriali), fino ai vertici azienda (un management totalmente inadeguato). L’unica certezza è che nessuno dei lavoratori da Berco rientra fra i colpevoli e in questo scenario di rilancio della produzione industriale europea è essenziale che i benefici ricadano sull’Italia”.
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