Nuova udienza ieri mattina in tribunale a Ferrara (giovedì 20 marzo) per il processo in cui è imputata Carmen Salvatore, l’ex dottoressa del carcere di via Arginone finita alla sbarra con molteplici accuse che vanno dall’induzione indebita al falso in atto pubblico passando per peculato, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti fino al tentativo far entrare un etto di hashish all’interno della struttura, che però non era andato a buon fine.
A parlare in aula – sentito come testimone – è stato il dottor Diego Arcudi, responsabile medico dell’istituto penitenziario per cinque anni, dal 1° marzo 2020 al 1° marzo 2025, che ha evidenziato come all’imputata – durante il periodo in cui ha prestato servizio all’Arginone – “non sono mai arrivate sanzioni o rimproveri disciplinari“.
Al medico è spettato poi circostanziare una parte delle accuse mosse a Salvatore, vale a dire quelle che la Procura le muove relativamente alla sottrazione dall’infermeria del carcere di compresse e fiale di di medicinali, tra cui otto pastiglie di buprenorfina (farmaco analgesico oppioide stupefacente simile come effetto al metadone e quindi utilizzato come sostitutivo alle droghe nel trattamento alle dipendenze da stupefacenti) che – secondo gli inquirenti – la donna avrebbe poi ceduto a un detenuto.
L’indagine, condotta dal comando della polizia penitenziaria di Ferrara insieme al Nir dei carabinieri, dietro il coordinamento della Procura, aveva riguardato un periodo che andava dal settembre del 2021 al marzo del 2022 e aveva visto anche il supporto d’intercettazioni ambientali e telefoniche e di pedinamenti all’esterno.
Secondo gli inquirenti, in cambio di duecentomila euro che un detenuto avrebbe dovuto corrisponderle, Salvatore si sarebbe anche adoperata per far ottenere a un ristretto di giovane età l’incompatibilità col regime carcerario. Il tutto certificando falsamente intenti suicidari e somministrandogli farmaci in modo da cagionargli malori e sintomi nonché predisponendo una falsa certificazione medica di richiesta urgente di visita al pronto soccorso per un tentativo di suicidio dello stesso.
In altre occasioni, e con altri detenuti, avrebbe inoltre compilato false richieste d’invio urgente al pronto soccorso, attestando sintomi e necessità di ricovero in ospedale in realtà inesistenti, oppure avrebbe istigato i detenuti a simulare malori in modo da indurre in errore altri medici del servizio sanitario carcerario.
Il 19 dicembre 2022 avrebbe successivamente introdotto un telefono cellulare in carcere e lo avrebbe consegnato a un ristretto. Avrebbe tentato anche di fare il bis il 3 marzo 2022, ma senza successo perché – pur in possesso del dispositivo – nel frattempo venne sottoposta agli arresti domiciliari.
Carmen Salvatore – secondo il castello accusatorio – si sarebbe infine adoperata per acquistare un etto di hashish da consegnare a detenuti all’interno dell’Arginone, senza tuttavia riuscirci perché la persona con cui prese accordi si presentò all’incontro senza droga, chiedendo ancora qualche giorno per reperire la sostanza stupefacente.
Si torna in aula il 3 luglio.
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