Cento. È stato nuovamente riformulato il capo di imputazione per la tragica fine del 15enne Marco Lelli Ricci, giovane promessa del basket originario di Granarolo, in provincia di Bologna, morto nella serata del 3 aprile 2022, mentre percorreva in automobile – insieme ai suoi genitori – via Nuova, tra Renazzo e Pilastrello, nel territorio comunale di Cento.
Oltre all’omicidio stradale infatti, durante le precedenti udienze, il pm Andrea Maggioni aveva contestato a cinque dei sei accusati – unico escluso il padre della vittima – anche il reato di rimozione o omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, ma ora la Procura è tornata sui suoi passi, modificando il capo ed eliminando questa accusa.
La decisione è arrivata durante l’udienza preliminare di ieri (mercoledì 19 marzo) mattina davanti al gup Silvia Marini, quando è stata anche esclusa la responsabilità civile della Provincia di Ferrara all’interno del processo.
L’incidente, avvenuto intorno alle 21, vide l’auto finire dentro a una voragine che era stata realizzata durante le operazioni di cantiere, e di cui il conducente della vettura, padre della vittima, non si sarebbe accorto. Per quel fatto, dopo aver disposto sia la consulenza medico-legale che quella cinematica, oltre che le necessarie verifiche sulle norme sulla sicurezza dei cantieri stradali, la Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio per sei persone, contestando inizialmente a tutti il reato di omicidio stradale in concorso, seppur con alcune differenti sfumature.
Per esempio, secondo il castello accusatorio, al padre del ragazzo – difeso dall’avvocato Vittorio Galassetti – che si trovava al volante del veicolo viene contestata la velocità di marcia, dal momento che – stando a quanto emerge dalle analisi effettuate – stava percorrendo quel tratto di strada con una velocità pari a 80 km/h, superiore di 30 il limite stabilito dei 50 km/h lungo quello via.
Insieme a lui, accusata anche una ragazza – assistita dall’avvocato Riccardo Ziosi – che era transitata nello stesso tratto poche ore prima, finendo per urtare le transenne che erano state messe a protezione dello scavo, perdendo la targa del veicolo con cui poi i carabinieri, nel corso delle successive indagini, sono riusciti a risalire alla sua persona. A lei oggi la Procura contesta il mancato ripristino della recinzione che era stata precedentemente divelta.
La richiesta di rinvio a giudizio, infine, riguardava anche due funzionari della Provincia di Ferrara – difesi dagli avvocati Massimo Bissi e Luca Esposito – che è proprietaria della strada ed ente appaltante, oltre che i due responsabili dell’azienda – avvocato Riccardo Caniato – che stava operando nel cantiere, a cui il pm contesta sia l’inosservanza delle norme relative alla sicurezza sul cantiere che la segnalazione dei lavori.
Nella vicenda, parte offesa sono la mamma e il fratello di Marco Lelli Ricci: ad assisterli è l’avvocato Dario Bolognesi.
La prossima udienza è fissata per il 18 giugno, quando i sei imputati – tramite i loro legali difensori – decideranno se discutere l’udienza preliminare o se fare richiesta di riti alternativi.
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni
Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com