Gentile Direttore,
ho letto con interesse la lettera degli attivisti del PD di Ferrara e provincia, che esprimono sostegno alla segretaria Elly Schlein e alle sue politiche.
Tuttavia, da elettore, ritengo doveroso presentare alcune controargomentazioni per offrire una visione più completa e critica di quanto detto.
Le divisioni interne al PD, emerse in occasione di recenti votazioni chiave come quella sul riarmo europeo, mettono in discussione la capacità della segretaria di unire il partito. Penso che non sia più la persona giusta a guidare un certo pensiero politico. Poco pragmatismo, poco ascolto degli elettori, ma tanto feeling con l’establishment.
La sua difficoltà nel trovare una linea politica univoca rischia di indebolire, la già debole, azione del PD nazionale e locale. Fioccano le correnti e le lotte intestine, i vecchi non si schiodano e i giovani sono mediocri, a livello locale e nazionale. I sondaggi attuali non mostrano un significativo recupero di consensi, anzi, nonostante le battaglie ideologiche portate avanti.
L’efficacia del Jobs Act, per quanto si voglia raggiungere a facili conclusioni, è ancora molto dibattuta. Dati reali ne riconoscono i benefici in termini di creazione di posti di lavoro, altre evidenze ne criticano la precarizzazione del mercato del lavoro, o comunque la creazione di lavoro a tempo indeterminato ma sottopagato e di fatto insufficiente alle persone.
Su questo tema, che non voglio approfondire, inviterei soprattutto i nostri sindacati legati a doppio nodo al PD ad un grande esame di coscienza. Per quanto riguarda la reintroduzione dell’articolo 18 alcuni la vedono come un ostacolo alla flessibilità necessaria per le imprese ma spesso flessibilità abusata e protratta nel tempo.
Il tema della cittadinanza, oggetto di un prossimo quesito referendario, è complesso e divisivo, forse il più divisivo tra tutti i quesiti, e non è detto che un’eventuale consultazione popolare avrebbe esito positivo per la posizione del PD da salotto.
L’idea di una difesa comune europea solleva infine preoccupazioni riguardo alla sovranità nazionale. Le diverse posizioni ideologiche e industriali-economiche degli Stati membri rendono difficile una reale integrazione. Inoltre, alcuni critici temono che ciò possa portare a una militarizzazione dell’Europa, aumentando le tensioni internazionali. Il contesto internazionale richiede un dibattito approfondito, articolato e sicuramente non tanto sbrigativo come la signora Von der Leyen sta proponendo.
A conclusione mi preme ricordare agli eletti o ex eletti nelle file PD che il vostro elettorato valuta la capacità del partito di risolvere i problemi concreti, reali e quotidiani, non solo le autocompiacenti posizioni ideologiche radical chic.
Cordiali saluti,
Un tesserato PD