Economia e Lavoro
11 Marzo 2025
Presidio davanti alla portineria di piazzale Donegani contro le decisioni di Eni-Versalis. La Cgil Ferrara allo sciopero nazionale: "Vogliamo prospettive e investimenti certi per il futuro della chimica italiana"

Petrolchimico. “Basta perdere altri posti di lavoro”

di Redazione | 4 min

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Presidio sindacale durante la mattinata di ieri (lunedì 10 marzo) davanti alla portineria Est del Petrolchimico di Ferrara per esprimere tutta la contrarietà alla decisione di Eni-Versalis di chiudere gli impianti i cracking di Brindisi e Priolo.

A organizzarlo sono state le rappresentanze sindacali unitarie di Filctem-Cgil dello stabilimento di piazzale Donegani, mentre a Roma andava in scena lo sciopero nazionale di tutti i lavoratori diretti e indiretti della società del gruppo Eni con tanto di mobilitazione sotto la sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Lo sciopero nazionale ha coinvolto anche i chimici, i trasporti, i metalmeccanici e gli edili, mentre a Ferrara il personale giornaliero incrociato le braccia per due ore di sciopero con assemblea e presidio davanti ai cancelli del Polo Chimico.

“L’intero settore della chimica di base – spiega il sindacato – sta subendo una torsione epocale che rischia di avere come risultato un sostanziale ridimensionamento se non la definitiva estinzione del settore in Europa e in Italia, come la Filctem-Cgil denuncia da anni e come è ricordato sempre più spesso dai vertici delle maggiori aziende del comparto. Agli annosi problemi strutturali dall’alto costo dell’energia alle difficoltà di mercato, ai ritardi nella ricerca, alla carenza di investimenti si sono aggiunti ormai da tempo forti tensioni geopolitiche dalle guerre tradizionali a quelle commerciali, le questioni legate alla transizione ecologica che andrebbe accompagnata per evitare ricadute sociali e occupazionali, la difficoltà negli approvvigionamenti in quantità e qualità (aggravata dalla chiusura del cracking di Porto Marghera e che diventerebbero complicatissimi con quella di Priolo e di Brindisi), le decisioni strategiche da parte delle multinazionali di spostamento di asset produttivi in aree extra Ue e di chiusura di parte o di interi siti nel nostro continente”.

Il sindacato prosegue: “Problematiche che andrebbero aggredite con politiche industriali comunitarie e nazionali che mancano da ormai troppi anni in Europa e soprattutto in Italia. Non possiamo lasciare che il destino di un settore fondamentale per lo sviluppo di un Paese e per la sua tenuta, che occupa migliaia di lavoratrici e lavoratori, che crea lavoro per decine di migliaia di altri nell’indotto e supporta con i propri prodotti gran parte della manifattura italiana, sia delegato ad un’azienda come Eni-Versalis che, pur se partecipata dallo Stato, dimostra di avere fra i propri interessi solo la remunerazione dei propri azionisti e non le sorti dell’industria nazionale e dei territori che rischiano per le sue scelte scellerate la desertificazione”.

“Per questi motivi – conclude la Filctem-Cgil – siamo al fianco della lotta delle lavoratrici e dei lavoratori di Versalis, non solo per solidarietà, ma perchè dagli esiti di questa dipende anche il nostro futuro, quello del Petrolchimico di Ferrara, della chimica di base e della sostenibilità dell’intera manifattura in Italia”

A Roma – ieri (lunedì 10 marzo) – presente anche una delegazione della Cgil di Ferrara. “Sacrificare gli interessi del Paese – scrive il sindacato – a favore della speculazione finanziaria di un’azienda partecipata dallo Stato, che da questa operazione otterrà solo maggiori dividendi per gli azionisti, fotografa ormai chiaramente quali siano i rapporti di forza fra Eni e il suo azionista di maggioranza, il Governo. Basta speculazioni sulla pelle dei lavoratori, vogliamo prospettive e investimenti certi per il futuro della chimica italiana. Basta perdere altri posti di lavoro“.

In merito al Tavolo Eni-Versalis sono intervenuti anche il presidente della Regione, Michele de Pascale, e l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Paglia: “Quello della chimica è un settore fondamentale sia per l’Emilia-Romagna che per l’Italia. E per questo siamo disponibili a fare la nostra parte affinché gli investimenti diano prospettive per il futuro ai poli chimici emiliano-romagnoli a Ferrara e Ravenna. Questo anche all’interno di una transizione verso un approdo sostenibile dove la chimica sia protagonista assoluta e imprescindibile della transizione. Nel Piano messo in campo da Eni-Versalis, un progetto conservativo, non siamo certi che la chimica sia valorizzata come fattore strategico per il Paese. Siamo davanti di fatto alla fine della chimica di base. E questo ci preoccupa, soprattutto in assenza di una strategia nazionale sulla parte di chimica nazionale che rimane attiva, in particolare in Emilia-Romagna”.

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