Villanova. Arrabbiati e delusi ma anche contenti per gli abitanti di Gaibanella e della Borgata Stazione, è ciò che sente il Gruppo di cittadini no biometano di Villanova dopo che il Comune di Ferrara ha deciso di procedere per il ricorso al Tar di Bologna. Contenti per chi, come loro, lotta per evitare che venga costruita un’altra centrale a biometano, arrabbiati e delusi per i diversi pesi che l’amministrazione ha usato in due casi ritenuti sovrapponibili.
“Due casi perfettamente uguali – dice ai nostri taccuini la portavoce Sandra Travagli – solo che noi siamo stati buttati alle ortiche. Risulta sempre più evidente la diversità di atteggiamento da parte dell’amministrazione che nel caso di Villanova ha abbandonato a sé stesso il paese in una situazione uguale a quella di Gaibanella ma con unica differenza: l’impianto è quattro volte più grande“.
Anche nel caso di Villanova c’era stato un ‘no’ in Consiglio Comunale ribaltato dal permesso concesso da Arpae a cui l’amministrazione scelse di non fare ricorso come invece nel caso di Gaibanella. In quest’ultimo la giunta critica come “l’autorizzazione da parte di Arpae sia stata adottata nonostante il parere contrario del Consiglio Comunale di Ferrara, organo competente in materia di pianificazione urbanistica”.
“I criteri per opporsi – ci dice invece Travagli – sono invece sovrapponibili fra Villanova e Gaibanella. Solo che per Villanova anche il voto contrario in Consiglio Comunale non ha portato a fare chiarezza”. Ma soprattutto non ha portato a un ricorso lasciando ora i cittadini con un cantiere aperto tra la fine di novembre e i primi di dicembre in piena attività.
“Ci si aspetterebbe, da parte dell’amministrazione, – afferma la portavoce – un’attenzione almeno rispetto all’andamento del cantiere e invece c’è disinteresse rispetto a un intervento così impattante e devastante”.
Ora si aspettano che il Comune “porti avanti coerentemente la decisione presa” e sottolineano: “Noi non abbiamo nulla contro Gaibanella, ci limitiamo a sottolineare la doppia lettura delle situazioni non tenendo conto della gravità della nostra”. Una situazione rispetto alla quale lamentano il “disinteresse” mostrato dall’amministrazione per cui si sono sentiti “ostacolati” e non supportati. Così un sindaco eletto, dicono, “dovrebbe essere il Sindaco di tutti i cittadini, una figura istituzionale superpartes che con equilibrio e ragionevolezza ascolta e determina il proprio operato con oculata saggezza per esprimere un equilibrio, una imparzialità in ogni scelta e decisione per i cittadini”.
Chiedono “rispetto” dopo una situazione nata “in sordina, senza che nessuno dicesse nulla, senza incontri pubblici”. Lo stesso lamentano per il cantiere “visto partire senza alcun avviso mentre in consiglio comunale si ragionava di ricorrere al tar per una situazione simile”.
“Invece di sentirci cittadini tutelati – lamentano – abbiamo sempre dovuto forzare richieste, incontri” e non comprendono “questa schizofrenia comportamentale da cosa sia determinata, ciò che si evince da questo diverso trattamento è sicuramente uno schiaffo ad ogni senso di uguaglianza, uno sberleffo e un disprezzo verso tutti i cittadini, ma in particolare verso chi lo aveva votato nei diversi territori”.
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