Politica
13 Febbraio 2025
Alan Fabbri si accaniva contro un imprenditore accusato di favoreggiamento dell’immigrazione. Ma era uno dei ‘suoi’

Lo stolto e i saggi

di Marco Zavagli | 4 min

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Anche lo stolto, quando tace, passa per saggio; chi tiene chiuse le labbra è un uomo intelligente. È una delle consegne sapienziali che ereditiamo dal libro dei Proverbi. Siamo nell’Antico Testamento. Ancora la parabola doveva tramandarci cosa succede se invece lo stolto parla.

È notizia di ieri la fissazione dell’udienza preliminare a carico di 45 persone. Tra queste un noto commercialista ferrarese. Le indagini parlano di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Secondo gli inquirenti, il professionista e i suoi collaboratori, dietro compenso, avrebbero fornito a 45 stranieri false dichiarazioni dei redditi utili per ottenere il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno.

Le indagini vennero chiuse dalla Guardia di Finanza nell’aprile del 2022. Allora il sindaco Alan Fabbri non mancò di far pervenire alle redazioni uno dei suoi commenti apodittici. Quelli che non ammettono repliche quando in giro c’è odore di straniero.

“Un nuovo colpo messo a segno contro il business dell’immigrazione e contro certi spregiudicati che lucrano sul fenomeno – faceva allora vergare su comunicato il primo cittadino -. Ancora una volta emerge il lato oscuro di una visione affaristica del fenomeno migratorio, che chiama in causa, in questo caso, cittadini extracomunitari in maggioranza di nazionalità nigeriana e agganci compiacenti sul territorio”.

E ancora: “I nostri allarmi, da sempre lanciati, sulla gestione del fenomeno migratorio erano e sono indirizzati proprio a prevenire e stroncare casi come questo e gli ‘appetiti’ di delinquenti, affaristi e gente senza scrupoli“.

In quel momento il nostro sindaco non sapeva ancora che non aveva a che fare con il solito volontario affarista di ong o il classico cooperatore senza scrupoli.

A comparire davanti al giudice dell’udienza preliminare (che, ricordiamolo ai piani alti del Municipio, è innocente fino a eventuale prova contraria) sarà l’assessore di un comune leghista della provincia di Ferrara, fratello di un alleato elettorale di Fabbri, cognato di una assessora della sua giunta.

Sappiamo cosa direbbe in un improvvisato Tg4 Emilio Fede a proposito di tale figura. In questa sede basta rilevare questioni fondamentali che, evidentemente, sfuggono all’uomo di Burana.

Nessuno è colpevole fino a sentenza passata in giudicato. Lo ricorda, volendo leggerla una volta tanto, anche la nostra Costituzione all’articolo 27.

Intervenire a livello politico (possiamo dire propagandistico o finiamo ancora una volta a processo?) su indagini ancora in corso è cosa becera. Non aggiunge nulla alla notizia. Non aiuta il lavoro della magistratura. Serve solo a solleticare appetiti poco democratici.

Lo scrivo perché non è la prima volta che il Nostro incespica su questi tasti dolenti.

Il precedente, a mio avviso più fastidioso – e presto capirete il perché -, riguarda un’altra inchiesta portata avanti dalla procura di Ferrara. Siamo nel novembre 2023. Il pm titolare del fascicolo chiede l’archiviazione per presunta truffa allo Stato a carico dei rappresentanti legali di cooperative e associazioni attive nell’accoglienza di persone richiedenti protezione internazionale.

Nelle motivazioni all’archiviazione il sostituto procuratore Andrea Maggioni non riscontra nulla a carico delle cooperative, ma bacchetta alcuni imprenditori privati, che nulla hanno a che fare con la cooperazione.

Se le cooperative avevano dimostrato di aver impiegato tutti i fondi statali per l’attività di utilità pubblica, alcuni imprenditori privati ferraresi ne avevano invece a loro modo approfittato, pur non avendo avuto condotte penalmente rilevanti.

“Nell’ambito dell’accoglienza – si chiedeva Maggioni – è giusto che l’imprenditore del settore percepisca, grazie a fondi ottenuti dallo Stato, un reddito mensile superiore a 4000 euro? o che ristrutturi il suo agriturismo con piscina annessa e ombrelloni? o acquisti un’auto da 50mila euro?”.

Cosa scrive invece Alan Fabbri sulla propria pagina facebook istituzionale sull’esito dell’inchiesta? Eccovi serviti: “Le uniche persone ad averci guadagnato sono stati dirigenti di cooperative che, come dimostrano processi in corso, hanno comprato con quei soldi, auto di lusso e restaurato ville con piscina. Un lavoro si paga (quando fatto bene), per carità, ma non parlateci di solidarietà e umana pietà”.

Direi che umana pietà l’hanno avuta i dirigenti chiamati in causa a non querelarlo per diffamazione. Evidentemente, tornando ai Proverbi, hanno preferito tenere chiuse le labbra.

Il resto? Il resto è, o dovrebbe essere, silenzio.

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