Cronaca
12 Febbraio 2025
Assolto per tenuità del fatto, ma non gli basta e fa appello: arriva la formula piena

Lo zio gli presta l’arma, lui finisce a processo

di Redazione | 2 min

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Lo zio, nel febbraio del 2019, aveva dichiarato su Facebook che il giorno del divorzio avrebbe fatto del male alla moglie. Il post era finito all’attenzione della Questura, che aveva inviato a casa sua una pattuglia per ritirare, in via cautelativa, le armi di cui era detentore.

All’appello mancava una pistola sportiva Pardini calibro 22. L’uomo spiega che l’aveva prestata al nipote (titolare di porto d’armi e istruttore di tiro) che voleva allenarsi al poligono di tiro.

Questi, un 45enne ferrarese, viene contattato a sua volta e invitato a portare l’arma in questura. Cosa che esegue il giorno successivo. E qui,oltre al sequestro della pistola, si vede denunciato per aver omesso di comunicare che l’arma era stata in suo possesso.

Da qui parte la trafila giudiziaria che lo vedrà assolto dal giudice per tenuità del fatto.

Una assoluzione che, però, non ha soddisfatto l’imputato (ex) che ha voluto ricorrere in appello per ottenere una assoluzione con formula piena.

In secondo grado il difensore, l’avvocato Denis Lovison, ha sostenuto che gli obblighi di tracciabilità non sono in capo al comodatario (chi ha ricevuto l’arma) quando questa non è da lui detenuta, nemmeno temporaneamente.

E che comunque se l’arma viene restituita entro 72 ore la legge non impone l’obbligo di comunicazione all’autorità di pubblica sicurezza.

L’impianto difensivo ha convinto i giudici, che hanno assolto nuovamente l’uomo, questa volta perché il fatto non costituisce reato.

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