È tornata in aula ieri mattina (lunedì 10 febbraio) l’udienza preliminare del processo Fiera bis, quando – davanti al gup Andrea Migliorelli del tribunale di Ferrara – sono stati interrogati l’ex sindaco Tiziano Tagliani, l’ex assessore Aldo Modonesi e il progettista e direttore dei lavori Davide Grandis.
Filippo Parisini – all’epoca presidente di Ferrara Fiere – e Sandro Mantovani, consigliere delegato di AeC, invece, hanno rilasciato spontanee dichiarazioni.
I cinque, insieme a Stefano Zaccarelli, all’epoca di presidente di AeC, e a Gian Domenico Leprini, consulente per l’impiantistica di AeC, sono accusati – a vario titolo – di truffa ai danni dello Stato, abuso d’ufficio, falso, turbativa d’asta, frode e corruzione
Accuse che però, davanti al giudice, sia Tagliani che Modonesi hanno respinto. “Entrambi – spiega l’avvocato Riccardo Caniato che li difende – hanno spiegato in maniera dettagliata tutti i passaggi che li vedono totalmente estranei alle ipotesi delittuose a loro addebitate“.
“Siamo soddisfatti – prosegue – dopo un’udienza che è stata lunga, dove tutti hanno avuto modo di essere interrogati e controinterrogati. Speriamo e riteniamo di avere chiarito le loro posizioni”.
I fatti finiti al centro dell’inchiesta girano attorno ai quasi 5 milioni di euro elargiti dalla Regione Emilia-Romagna per la ristrutturazione dei padiglioni fieristici e dei danni strutturali subiti con il terremoto del 2012. Ma il problema è che quei danni, secondo la Procura, non c’erano mai stati.
Secondo gli inquirenti, infatti, i lavori sarebbero stati assegnanti alla AeC, pilotando la gara d’appalto, e portati avanti sulla base di alcune presunte false attestazioni sui danni subiti dalla struttura e sull’avanzamento del cantiere.
Al termine dell’udienza, anche l’avvocato Giorgio Bolognesi – legale difensore di Davide Grandis – parla con soddisfazione: “L’ingegnere ha reso un interrogatorio molto accurato e approfondito, durato circa tre ore. Tre ore in cui il nostro assistito è stato molto preciso, rispondendo alle domande e ai chiarimenti chiesti dal pubblico ministero e dal giudice”.
Per Claudio Maruzzi invece, che difende Filippo Parisini, il suo cliente “si deve difendere da accuse surreali legate all’appalto Acer e lo sta facendo con fierezza e molta amarezza per come sono state gestite le indagini in una vicenda che non sarebbe neppure dovuta iniziare, per le stesse ragioni per cui è stato prosciolto nel primo troncone“.
L’udienza preliminare tornerà in aula il 27 maggio per la scelta di eventuali riti alternativi.
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