Argenta
7 Febbraio 2025
La figlia: "É vero che allora c'era un altro mondo e tutte altre motivazioni, però è ora di capire che le guerre fanno solo male alla popolazione, alle famiglie e ai figli che rimangono, nient'altro"

Consegnata la medaglia d’onore ai famigliari di Vassallo

(Foto di Riccardo Giori)
di Redazione | 3 min

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Consegnata alla figlia, Maria Vassallo, e al nipote, Angelo Vassallo, dell’appuntato dei carabinieri Giuseppe Vassallo la medaglia d’onore dopo il supplemento di indagine richiesto a causa delle ricerche portate avanti da Egidio Checcoli e dal suo collaboratore Gianluca Battisti pubblicate su questo giornale. “L’iter per il riconoscimento di questa benemerenza – si legge nella nota rilasciata dalla Prefettura – è stato completato dopo un attento esame della documentazione presentata a corredo della relativa istanza e dopo ulteriori approfondimenti condotti da un apposito Comitato istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri”.

Secondo la presidenza del consiglio e le analisi suppletive portate avanti non vi sono dunque ragioni per non consegnare la medaglia che il prefetto Massimo Marchesiello ha messo nelle mani dei famigliari di Vassallo. Accanto a loro anche il comandante provinciale dell’Arma Alessandro di Stefano e il presidente della sezione di Ferrara dell’Associazione nazionale carabinieri Carmelo Perez. Proprio la nuova sede dell’associazione era stata intitolata a Vassallo lo scorso 9 ottobre poiché ucciso, l’8 maggio del 1945, nelle rappresaglie che seguirono la fine della guerra che in Europa è arrivata proprio nel giorno dell’uccisione dell’appuntato.

La Medaglia d’Onore, concessa con Decreto del Presidente della Repubblica, è destinata ai cittadini italiani, militari e civili, che durante la Seconda Guerra Mondiale furono deportati nei lager nazisti e costretti ai lavori forzati.

Vassallo prestò servizio ad Argenta tra il 1937 e il 1944 quando, stando alle ricerche del comitato della presidenza del consiglio venne deportato in Germania.

Grande l’emozione per Maria Vassallo, figlia dell’appuntato, che non ha mai conosciuto il padre perché all’epoca aveva solo due anni. “Io all’epoca – racconta – avevo due anni e l’ho saputo di recente come è morto, ed è stata una bella botta”. “Mio fratello – prosegue – aveva cinque anni e forse sapeva qualcosa ma anche lui era troppo piccolo per ricordare. Non lo so, comunque sono cose che fanno male anche a distanza, molto male, perché si è più coscienti della storia”.

“È ora di smettere di fare delle guerre – conclude la figlia -. É vero che allora c’era un altro mondo e tutte altre motivazioni, però è ora di capire che le guerre fanno solo male alla popolazione, alle famiglie e ai figli che rimangono, nient’altro”.

A parlare anche Perez che nota come Vassallo fosse costretto da nazisti e fascisti a essere portati a casa delle persone che volevano prelevare. “Quella non era una collaborazione – dice – e questo è suggellato dal fatto che non ha avuto nessuna agevolazione perché è stato deportato”. Il riferimento è alle riserve degli argentani, della sezione locale dell’Anpi e alle argomentazioni portate dalla ricerca di Checcoli e Battisti.

Presente, per via del ruolo istituzionale che ricopre, anche il sindaco di Argenta Andrea Baldini che nei giorni scorsi si era espresso in modo scettico rispetto alla consegna della medaglia. “Quando si è saputa la notizia – aveva detto ai nostri taccuini -, nella nostra comunità si è alzato un sentimento di frustrazione” e “sapere che Vassallo può riceve un riconoscimento come la medaglia d’onore fa male”.

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