Paolo Govoni dalla Camera di Commercio a Sipro
L’attuale vicepresidente della Camera di Commercio di Ferrara e Ravenna è benvoluto sia dalla parte politica (Comune di Ferrara in primis, che detiene il 48% della società) che da quella imprenditoriale
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Passa anche da Ferrara il digiuno a staffetta contro il Decreto Sicurezza. A partecipare i consiglieri di Coalizione Civica eletti nella lista Anselmo Sindaco Arianna Poli e Leonardo Fiorentini
“Il sottoscritto non ha alcun problema a dichiarare che i partigiani combattevano dalla parte giusta, nel liberare la nostra nazione da un sistema totalitario come il nazifascismo”. Ma...
Facendo un paragone con il 2023, fra le principali entrate correnti si registra un aumento della RcAuto (da 11,5 milioni a 11,9) e dell’imposta provinciale di trascrizione (Ipt), passata dai 9,7 milioni del 2023 ai 10,4 dell’anno scorso. Un andamento che lentamente sta riallineando l’entrata al periodo pre-covid.
L'assessore al bilancio Fornasini ha evidenziato tutti gli elementi positivi del rendiconto: dagli avanzi liberi ai recuperi Imu fino ai fondi del Pnrr
Il senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni mi chiama in causa. Lo fa sulla sua pagina facebook.
L’argomento è la decisione della Presidenza del Consiglio di insignire della medaglia d’onore “il Carabiniere Vassalo”.
Il senatore ricorda che lo scorso 21 gennaio il nostro giornale dava notizia del conferimento dell’onorificenza al carabiniere ucciso a Filo di Argenta l’8 maggio 1945 titolando “Giorgia Meloni chiede la medaglia d’onore per chi rastrellava i partigiani”.
“Dopo le verifiche disposte dagli uffici preposti – scrive Balboni -, la notizia si è rivelata infondata e quindi la medaglia d’oro è stata confermata e verrà consegnata agli eredi di Vassallo”.
Il senatore chiude il breve post sottolineando di aver scritto “al suo direttore se non ritenesse di scusarsi con il presidente del Consiglio per quel titolo infamante. La risposta? La sto aspettando”.
Ecco la risposta senatore. Risposta che, se vogliamo essere onesti, le ho già dato in forma privata prima di accorgermi della sua gradita pubblicazione.
Parto dai fondamentali: Vassallo si scrive con doppia elle. E la medaglia d’oro non c’entra nulla con l’onorificenza concessa agli internati militari durante la Seconda guerra mondiale. Tra l’altro questa è coniata in bronzo…
Ma andiamo oltre. C’è un problema a monte. Quello che non scrivo io le leggi, non essendo membro del governo. E nemmeno le approvo, non essendo io parlamentare.
La legge n. 296 del 27 dicembre 2006, istitutiva della onorificenza, dispone che il conferimento di una medaglia d’onore avviene su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri. O, meglio, di un Comitato istituito presso la della Presidenza del Consiglio dei Ministri e presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri.
Ecco spiegato cosa c’entra Meloni nel titolo. In grammatica si chiama sineddoche, figura retorica che indica una parte per il tutto. In politica potere di rappresentanza.
Quanto alle verifiche sulla veridicità del fatto che Vassallo fosse stato internato, non ho contezza di cosa sia stato raccolto e quali documenti abbiano convinto il comitato.
So bene invece che del carabiniere in questione non c’è traccia di un suo internamento nell’Arolsen Archives (anche se molti documenti sono andati perduti durante la guerra), presso il Comité international de la Croix-Rouge di Ginevra, né nell’Archivio Storico dei Beni storici e documentali dei Carabinieri e neppure negli archivi Imi.
Di lui si parla invece nell’elenco “Livio Valentini”, che – lo sa meglio di me – ricorda e celebra i caduti della Repubblica di Salò. La pagina lo compiange come appartenente alla Guardia Nazionale Repubblicana.
Di lui c’è traccia soprattutto, ed è una traccia indelebile, nella memoria del paese di Filo, dove Vassallo operò.
Prima di scrivere di questa vicenda ho potuto prendere visione della corposa documentazione raccolta dell’ex sindaco di Argenta Egidio Checcoli. Ho visto le foto del brigadiere prossimo alla onorificenza accanto a soldati delle SS e di Salò. Ho letto le testimonianze, vergate dai diretti interessati, di chi ha avuto a che fare con Vassallo.
Tutti i racconti parlano di un Giuseppe Vassallo intento non tanto a servire lo Stato, quanto a rastrellare per l’Argentano i giovani renitenti alla leva.
Uno di loro, allora diciottenne, si costituì per paura di ritorsioni nei confronti dei famigliari minacciati dal carabiniere. Venne spedito nei lager tedeschi. A lui è stata concessa la medaglia d’onore.
In questo caso era meritata.
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