Cronaca
2 Febbraio 2025
La consulenza della procura conferma la presenza della sostanza ricercata, ma non ravvisa responsabilità nell’intervento

Decessi in oculistica a Cona. Stallo nelle indagini

di Redazione | 2 min

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Indagini in stallo per la morte inspiegabile di due pazienti a Cona. Le pedine in mano alla procura sembrano non aver altri sbocchi se non quello dell’archiviazione per il fascicolo che vede indagati per omicidio colposo con responsabilità colposa in ambito medico 22 sanitari.

Si tratta di 7 componenti dell’équipe medico-chirurgica, 3 anestesisti, 11 tra infermieri e Oss e un medico oculista.

Tutti, in un preciso momento, hanno avuto a che fare con il decorso clinico di Gabriella Cimatti, 81enne di Forlì, e Mara Cremonini, 70enne di San Pietro in Casale, nel Bolognese. Sono loro le due donne morte all’ospedale Sant’Anna di Cona, dopo essersi sottoposte allo stesso intervento di oculistica oncologica, il 27 e 28 luglio 2023, a distanza di poiche ore l’una dall’altra.

Il consulente della procura, il professor Michele Reibaldi, ordinario di Oftamologia e direttore della Clinica oculistica Città della salute e della scienza di Torino, ha depositato sul tavolo del pm Andrea Maggioni le proprie conclusioni.

Nello specifico, la lente degli inquirenti si era focalizzata ora sul perfluorottano, un liquido operatorio simile a una resina protettiva che viene iniettato negli occhi in sostituzione del corpo vitreo per permettere l’esecuzione dell’intervento chirurgico. Il co-consulente doveva quindi ricostruire l’eventuale presenza di una correlazione tra l’utilizzo di quel liquido e quanto accaduto in sala operatoria.

Due erano le principali richieste avanzate dal pm Andrea Maggioni all’esperto: verificare le modalità di ingresso del perfluorottano nel circolo sistemico delle due donne e riferire se le operazioni di immissione della sostanza e la sua successiva rimozione dagli occhi delle signore decedute siano state correttamente eseguite e, in caso contrario, gli eventuali errori commessi.

Ora, alla luce di questa consulenza, viene confermata la presenza della sostanza e la sua entrata in circolo, ma non si rintracciano imperizie o negligenze in nessun segmento dell’intervento. E, di conseguenza, nessuna responsabilità imputabile agli indagati per i due decessi.

A questo punto la mossa più prevedibile sullo scacchiere è quella dell’archiviazione.

Rimane ancora in fase di indagine invece il secondo filone di inchiesta per il reato di omesso referto. A tal proposito, subito dopo l’accaduto, gli agenti della Squadra Mobile si erano messi al lavoro per individuare chi, dentro all’ospedale di Cona, aveva il compito di informare gli inquirentichi l’ha fatto in che terminiricostruendo la catena decisoria che ha portato ad avvisare l’autorità giudiziaria di quanto accaduto solamente nella giornata del 31 luglio, come comunicato dalla stessa Azienda, dopo circa quattro giorni dai due decessi avvenuti in sequenza a cavallo tra il 27 e 28 luglio. Al momento, il fascicolo aperto per far luce sull’eventuale ritardo nelle comunicazioni è però contro ignoti.

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