Cronaca
30 Gennaio 2025
La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall'imputato. Dopo il terzo grado di giudizio, la sentenza è diventata irrevocabile

Stalking a Paron. Condanna definitiva per l’ex compagno

di Davide Soattin | 2 min

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È diventata definitiva la condanna a due anni – con sospensione condizionale della pena – per Daniele Cesari, accusato di stalking nei confronti di Barbara Paron, ex sindaca di Vigarano Mainarda e presidente della provincia di Ferrara.

La Cassazione infatti ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall’imputato e, dopo il terzo grado di giudizio, che ha confermato quanto deciso in primo e secondo grado, la sentenza è diventata irrevocabile.

Al centro della vicenda giudiziaria c’erano finiti gli strascichi di quella che fu una relazione finita male, con la parte offesa, Barbara Paron, che aveva denunciato per stalking l’ex compagno per fatti relativi all’anno 2018, quando la loro relazione si era interrotta in modo definitivo.

Secondo l’ex prima cittadina, l’uomo, con una strategia di denigrazione personale e persecuzione, l’aveva distrutta psicologicamente e politicamente, fino a causare lafinedella sua carriera politica.

Il riferimento è all’esposto che Cesari fece per segnalare un presunto caso di corruzione per cui Paron (assistita dall’avvocato Denis Lovison) è stata assolta – in primo grado – per una presunta mazzetta che si sarebbe intascata quando era sindaca.

Secondo la Corte d’Appello di Bologna, nelle ventinove pagine di motivazioni con cui aveva respinto il ricorso in secondo grado di Cesari, a essere provata dai giudici non era stata solamente la credibilità della vittima, ampiamente riscontrata sia dai messaggi che dalle testimonianze passati al vaglio del tribunale di Ferrara, ma anche la lunga serie di condotte persecutorie a cui l’ex compagno l’aveva costretta.

Per i giudici bolognesi infatti, “subito dopo l’interruzione della relazione“, Cesari si “è reso autore di reiterati e frequenti comportamenti molesti e vessatori” verso Paron, tramite “l’invio di numerosissimi messaggi offensivi, con i quali l’accusava di averlo tradito con più uomini, di essere una malata mentale, una cattiva madre, una donna dai facili costumi che ha raggiunto importanti traguardi politici solo in cambio di favori sessuali”.

Inoltre, per la Corte d’Appello di Bologna, dagli atti processuali emerge che Cesari “ha più volte aggredito fisicamente” la donna, mentre – relativamente alle deduzioni avanzate dalla difesa dell’uomo – “non vi è la prova” che le denunce presentate da Paron nei confronti dell’uomo “fossero pretestuose”. Prove “pienamente provate” invece ci sono circa il fatto che Cesari “volesse screditare” Paron sia “politicamente” che “agli occhi dei figli” fino a generarle un “perdurante e grave stato d’ansia“.

 

 

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