Argenta
23 Gennaio 2025
Accertamenti sulla laurea in Scienze Infermieristiche conseguita in Romania e sulle esperienze professionali in due strutture ospedaliere in Emilia-Romagna e Toscana

Morti sospette all’ospedale. Si scava nel passato dell’infermiere

di Davide Soattin | 2 min

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Argenta. Si allargano le indagini dei carabinieri sul 42enne infermiere di Ausl Ferrara, oggi indagato per duplice omicidio volontario aggravato e maltrattamenti aggravati nell’inchiesta aperta a seguito delle due morti sospette avvenute lo scorso settembre all’ospedale Mazzolani-Vandini di Argenta nel reparto di Lungodegenza Post Acuzie Geriatrica Riabilitativa.

I militari del Nucleo Investigativo infatti, in queste ore, stanno ‘scavando‘ nel passato dell’uomo, effettuando una serie di accertamenti utili a verificare e ricostruire il suo curriculum professionale.

Nello specifico, l’attenzione degli inquirenti è rivolta alla laurea in Scienze Infermieristiche che l’uomo aveva conseguito all’estero, in Romania, e che gli aveva permesso di diventare infermiere dopo un periodo di lavoro iniziale come operatore socio-sanitario.

Inoltre, i carabinieri svolgeranno le necessarie verifiche anche sulle esperienze lavorative pregresse dell’uomo che, prima di arrivare ad Argenta, aveva lavorato in due strutture ospedaliere in Emilia-Romagna e Toscana.

Le morti sospette sono quelle dell’82enne Antonio Rivola e della 90enne Floriana Veronesi, avvenute il 5 e il 24 settembre scorsi, ma l’ipotesi della Procura è che nell’inchiesta possano essere coinvolti anche una cinquantina di pazienti tra i 70 e i 90 anni – tutti ancora vivi – che, tra luglio e ottobre scorso, erano ricoverati nello stesso reparto dei due deceduti.

Oltre alle autopsie sui corpi dei due anziani morti, quindi, la pm Barbara Cavallo – lo scorso 13 novembre – aveva nominato anche quattro consulenti, tre medici legali e un tossicologo per effettuare l’analisi del capello degli ospedalizzati a quel tempo.

L’obiettivo è quello di verificare l’eventuale presenza di un farmaco appartenente alla famiglia delle benzodiazepine, il Midazolam, nel corpo dei pazienti. Si tratta di un farmaco molto forte, utilizzabile solamente sotto prescrizione medica per via delle sue proprietà ipnotico sedative e che, se assunto in grandi dosi o in combinazione con altri farmaci, potrebbe portare alla morte.

L’utilizzo del Midazolam era già finito al centro di altre vicende di cronaca nera come nel caso di un infermiere finito sotto indagine per sedici morti sospette nell’Hospice di Torremaggiore, nel Foggiano.

Certezze, a riguardo, arriveranno però solamente con gli esiti degli esami medico-legali effettuati sui corpi delle due vittime e sui capelli della cinquantina di pazienti che erano stati ricoverati.

Al momento, la Procura si è limitata a iscriverecome forma di garanzia – l’infermiere nel registro degli indagati in modo tale da permettergli di partecipare agli accertamenti tecnici irripetibili nominando un proprio consulente, senza applicare nei suoi confronti alcuna misura cautelare, mentre l’Ausl di Ferrara lo ha sospeso dal servizio.

 

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