Attualità
22 Gennaio 2025
La sezione locale dell’associazione partigiani si pone “interrogativi importanti” su quale memoria collettiva si voglia tramandare

Medaglia d’onore a Vassallo. L’Anpi di Argenta: “Tradì lo Stato”

di Redazione | 3 min

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“L’intitolazione della sede dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Ferrara e il prossimo conferimento di una medaglia al valore a Giuseppe Vassallo suscitano indignazione in una parte della comunità locale, che ne contesta il valore simbolico e storico”.

A parlare è la sezione Anpi di Argenta, che sin oppone fermamente ai riconoscimenti di chi collaborò con i nazisti. E questa sembrerebbe il caso dell’appuntato dei Carabinieri Giuseppe Vassallo, che il prossimo 27 gennaio riceverà la medaglia destinata a chi è stato rinchiuso in un campo di detenzione.

Vassallo nacque a Butera (Cl) nel 1906 – ricostruisce Anpi di Argenta -. Fu carabiniere in servizio a Filo di Argenta dal 1937, aderì alla Guardia Nazionale Repubblicana (G.N.R.), organismo legato alla Repubblica di Salò, nel dicembre del 1943. Sebbene risulti prigioniero in Germania dall’agosto 1944 al maggio 1945, le sue generalità non appaiano in nessun elenco o documento ufficiale, accessibili e disponibili, “ovviamente rigorosamente controllati”. Ritornò a Filo il 7 maggio 1945, il giorno seguente fu ucciso in circostanze mai chiarite.

L’adesione alla G.N.R. “sancisce di fatto il tradimento da parte di Vassallo dello Stato Italiano e di quei carabinieri che al contrario vi restarono fedeli e conferma inequivocabilmente la sua vicinanza alla Repubblica Sociale Italiana e al fascismo”.

I ricordi e le testimonianze, tramandate a Filo da coloro che hanno vissuto quel drammatico periodo, raccontano di un Vassallo “lontano dall’ideale del carabiniere dedito alla protezione della collettività, come quello proposto dai carabinieri rimasti fedeli allo Stato Italiano”.

La memoria locale rimane viva e lucida, assicura la sezione Anpi: “il suo operato al fianco di tedeschi e fascisti, la sua determinazione nel perseguire giovani renitenti alla leva per consegnarli alle truppe tedesche di occupazione, è percepita come una ferita ancora aperta. Al contrario, l’Arma è storicamente associata a esempi di coraggio e resistenza, come Salvo D’Acquisto o gli ‘eroi di Fiesole’, il cui sacrificio rappresenta valori opposti a quelli incarnati da Vassallo”.

A rivendicare le sue azioni e le sue convinzioni sono invece le associazioni che reclamano l’eredità della R.S.I., che lo inseriscono negli elenchi dei caduti da loro rivendicati. Ecco allora che “questa intitolazione appare ancora più problematica se confrontata con la figura di Agostino Pignatti, un carabiniere ferrarese, nato a Bondeno nel 1921, che perse la vita nei campi di concentramento nazisti”.

Deportato a Berlino nel 1943, Pignatti morì nell’ospedale Lager Pankstrade 47 il 26 marzo 1945 alle ore 17:25. Il suo ricordo è stato onorato con una medaglia alla memoria conferita il 2 giugno 2021 dall’allora prefetto di Ferrara Michele Campanaro.

“In un contesto che celebra il sacrificio contro l’oppressione nazifascista, la mancata dedica della sede a Pignatti solleva interrogativi – riflette l’associazione -. L’intitolazione della sede a Vassallo pone interrogativi importanti su quale memoria collettiva si voglia tramandare. Ricordare una figura così divisiva rischia di oscurare il sacrificio di chi si oppose al nazifascismo e di compromettere il legame tra la comunità e i valori democratici”.

“La storia richiede equilibrio e rigore – conclude Anpi di Argenta -, e l’episodio invita a riflettere sulla responsabilità di onorare solo chi ha agito per il bene collettivo, restituendo dignità al sacrificio di tante vittime della lotta per la libertà”.

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