Politica
15 Gennaio 2025
Il segretario provinciale Nicola Minarelli parla alla direzione dem analizzando il voto di novembre e tracciando le linee guida per il futuro

Pd. “Grandi potenzialità ma non sempre giochiamo assieme”

di Pietro Perelli | 3 min

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Sotto lo sguardo del segretario regionale Luigi Tosiani la direzione provinciale del Pd di Ferrara si è riunita per discutere i risultati positivi delle elezioni regionali del 17 e 18 novembre dello scorso anno. “Questo – scandisce a chiare lettere il segretario provinciale Nicola Minarelli – è un partito con tante potenzialità, qualità, prospettive, ma che non sempre decide di giocarle assieme. Ecco, l’evidenza ci dice che quando questo capita arrivano anche i voti e quindi il gradimento dei cittadini, diversamente no”.

Il caso è quello delle regionali dove il Pd è tornato a un buon risultato anche in provincia di Ferrara oltre ad aver eletto Michele de Pascale per il post Bonaccini. Un risultato che ha fatto respirare in particolare se si guarda a quelli delle comunali dello scorso giugno e che migliora quello delle europee che, pur tenendosi nella stessa tornata, hanno mostrato una forbice su cui riflettere in casa dem. I voti che sono convogliati verso l’ex presidente della Regione sono stati molto maggiori (all’interno del territorio comunale) rispetto a quelli che hanno sostenuto il candidato sindaco Fabio Anselmo.

“In politica – spiega però Minarelli – non vale che la somma dei pezzi fa l’intero perché l’unità, la compattezza, la visione comune sono elementi strategici di scelta per il cittadino rispetto a chi dare la sua fiducia. Per fare questo non basta tanto, serve semplicemente la volontà di superare una stagione di blocchi contrapposti, serve che il dialogo e il confronto interno sia nel merito delle questioni e non aprioristico, serve che ci senta parte di una comunità e non di un gruppo della stessa”.

E questo va fatto “nella trasparenza”, va fatto “non coi finti unanimismi pubblici e le pugnalate nei corridoi, ma con la consapevolezza che è nel rispetto delle diverse sensibilità e nel confronto tra esse che va raggiunta l’unità del partito”.

“È tutto nelle nostre mani – prosegue – ed è però una responsabilità enorme che abbiamo ancor prima che verso noi stessi, verso i cittadini. Perché è a loro che dobbiamo rendere conto ed è per loro prima che per le ambizioni personali di qualcuno di noi che siamo qui a fare politica”. Ignorare quello che vogliono i cittadini “non tenerne conto o peggio deliberatamente ignorarlo sarebbe grave” ma soprattutto “non da Partito Democratico”.

Il segretario crede che il solco sia già stato tracciato nella direzione di luglio e, anche se “la strada è ancora lunga”, si sta “dimostrando di essere quella giusta”.

Una strada composta da tre elementi: una “seria analisi delle cose che non funzionano per evitare di ripetere gli errori commessi e individuare strade e alternative diverse per i futuro”, la “costruzione di un progetto di rilancio e sviluppo per questa provincia che ci faccia essere e ritornare interlocutori politici e amministrativi credibili, in grado di soddisfare e proporre politiche per la risoluzione dei problemi concreti delle persone” e infine “un rinnovato dialogo nostro interno che ci consenta di superare contrapposizioni che minano i risultati oltre che il nostro vivere quotidiano la comunità del Partito Democratico”.

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