Comacchio
14 Gennaio 2025
Due uomini di nazionalità rumena di 41 e 38 anni sono a processo per furto, ricettazione e indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti. Tra le loro vittime anche un 64enne di Comacchio

Raggirato allo sportello dalla ‘banda degli Atm’

di Davide Soattin | 3 min

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Comacchio. Si appostavano alle spalle del malcapitato che stava prelevando denaro contante dallo sportello Atm, leggevano il codice pin digitato, lo distraevano gettando a terra una banconota e, nel frangente in cui si chinava per raccoglierla, gli sostituivano la tessera bancomat con una identica che precedentemente avevano rubato a un’altra persona, senza che nessuno si accorgesse di nulla, utilizzando quella di cui si erano appena impossessati per intascarsi migliaia di euro.

È quello che – secondo la Procura – avrebbero architettato due uomini di nazionalità rumena di 41 e 38 anni, oggi difesi dall’avvocato Laura Bonora, finiti alla sbarra con la triplice accusa – in concorso – di furto aggravato, ricettazione e indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti.

Un piano che i due, insieme ad altri soggetti, che però oggi non risultano imputati in questo procedimento aperto in tribunale a Ferrara, avrebbero messo a segno in più e più occasioni tra le province del nord e centro Italia, tra il 2020 e il 2021, riuscendo a impossessarsi in maniera indebita, dopo aver raggirato le vittime di turno, di una cifra pari a circa 40mila euro tra prelievi di banconote in contanti e spese per acquisti di prodotti in negozi specializzati nella vendita di elettrodomestici.

A farne le spese, in provincia di Ferrara, è stato un 64enne di Comacchio che sarebbe stato ingannato il 16 novembre 2020 allo sportello Atm della filiale della banca Unicredit della cittadina lagunare, facendosi sottrarre la carta appoggiata al conto corrente intestato alla moglie.

Secondo l’impianto accusatorio, tre componenti della banda – uno degli imputati, un altro uomo per cui si procede separatamente e una donna rimasta ignota – avrebbero seguito la vittima, posizionandosi nell’area self service alle sue spalle, per poi annotarsi il codice pin appena digitato sulla tastiera. Uno dei tre, successivamente, insieme alla complice, gli avrebbe indicato una banconota che precedentemente era stata gettata per terra col preciso intento di fargli distogliere lo sguardo dallo sportello automatico.

Dopodiché, l’attuale imputato – con una mossa fulminea, approfittando della distrazione del malcapitato – si sarebbe appropriato della tessera rimasta nella bocchetta dell’Atm e l’avrebbe passata velocemente al complice che, prima di andarsene, avrebbe consegnato alla vittima una tessera Unicredit identica alla sua, ma in realtà intestata a un’altra persona e provento di furto avvenuto qualche settimana prima ai danni di un 82enne di Brescia, facendogli credere che fosse la propria.

Successivamente, il secondo degli odierni accusati, rimasto all’esterno dell’istituto di credito per fare da ‘palo‘, avrebbe raggiunto il coimputato all’Atm e, utilizzando la tessera sottratta poco prima alla vittima, sapendo anche il codice pin necessario a sbloccarla, insieme avrebbero effettuato un prelievo illecito di 600 euro, mentre gli altri due complici che avevano collaborato affinché il piano avesse una corretta attuazione, li attendevano all’esterno della filiale bancaria.

I due cittadini di nazionalità rumena finiti a processo sono però al momento irreperibili, motivo per cui ieri (13 gennaio) il giudice Giovanni Solinas del tribunale di Ferrara ha rinviato l’udienza al 31 marzo per verificare l’esito delle ricerche disposte. Finché non saranno rintracciati, infatti, il processo a loro carico non si potrà svolgere e qualora, alla prossima udienza, l’esito delle ricerche dovesse essere negativo, sarà emessa sentenza di non doversi procedere per mancata conoscenza della pendenza del processo, ma proseguiranno comunque le ricerche così da poter riaprire il processo nel caso fossero trovati in futuro.

 

 

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