Boccaleone. “Quando venne l’osservatore a vedere la squadra gli indicai un centravanti. Ranzani a fine primo tempo si alzò e indicò Denis”. A raccontarlo è Lino Dalla Valle (storico presidente del Russi, n.d.a). Così iniziò per Donato “Denis” Bergamini la carriera da calciatore nel Cosenza. Una carriera e una vita stroncate troppo presto quando, la sera del 18 novembre 1989, Denis morì in circostanze misteriose “schiacciato” da un camion.
Per 35 anni il caso fu archiviato come suicido ma la famiglia, gli amici e i compagni di squadra non ci hanno mai creduto e hanno continuato a battersi fino alla fine. Dopo 28 anni grazie alla richiesta di riapertura delle indagini fatta dall’avvocato Fabio Anselmo il caso è stato riaperto e la verità sulle circostanze nebulose della vicenda finalmente è emersa. L’ex fidanzata Isabella Internò è stata condannata a 16 anni per omicidio in concorso con ignoti.
I compagni di squadra di Denis Bergamini ieri (lunedì 13 dicembre) sono arrivati da tutta Italia per riunirsi fuori dal campo sportivo di Boccaleone (Argenta) e ricordare il loro amico, e compagno, a 35 anni dalla scomparsa. “Non amiamo quando ci definiscono ex compagni di squadra – spiega l’ex calciatore Michele Padovano – perché Denis continua a vivere nei nostri cuori e siamo ancora una grande squadra”. È proprio in questo campo sportivo che, come racconta la sorella Donata, Denis ha dato i primi calci al pallone ed è diventato a 27 anni una promessa del calcio.
Commozione negli occhi dei presenti ma anche gioia, risate e tanta voglia di ricordare Denis con il sorriso sulle labbra. “Oggi per noi è una festa” raccontano i compagni, che hanno scaldato i cuori dei presenti con racconti e battute “da spogliatoio”. La sorella, con gli occhi sempre lucidi, ha ringraziato tutti i giocatori e i presenti, rivolgendosi in modo particolare all’avvocato Fabio Anselmo che “si è battuto in tribunale come un leone”.
Un caso fatto di ombre, segreti e depistaggi. Una sentenza che apre le porte a una verità nascosta per molti anni, ma c’è molto di più dietro uno dei cold case che ha tenuto milioni di italiani con il fiato sospeso. Ed è proprio per scavare sempre più a fondo che il giornalista e scrittore Pablo Trincia, presente alla commemorazione, ha annunciato l’uscita del suo nuovo podcast “Il cono d’ombra”, proprio sul caso Bergamini. “È impressionante vedere così tante persone riunite qua oggi a 35 anni dalla scomparsa di questo ragazzo – afferma Trincia – c’è un attaccamento a Denis profondo e viscerale che, da narratore esterno, colpisce molto”.
Michele Padovano ha chiamato suo figlio Denis. L’ex calciatore della Juventus ha avuto infatti un doppio e doloroso coinvolgimento nel caso, il primo da testimone della telefonata che ricevette Bergamini la sera della morte da Isabella Internò e il secondo da imputato visto che a causa dei vari depistaggi fu indagato per traffico internazionale di droga e poi assolto. “Ogni volta che guardo mio figlio penso a Denis, per me era come un fratello maggiore. Non ho mai creduto all’ipotesi del suicidio e insieme alla famiglia ci siamo battuti per tutti questi anni affinché emergesse la verità”.
Presenti alla commemorazione anche il vicesindaco Giulia Ciliani, l’ex candidata sindaca e consigliera di Fd’I Gabriella Azzalli e Nicola Fanini, consigliere di Fd’I ma partecipante in veste di arbitro.
Conclusi tutti gli interventi, la folla ha seguito i compagni di squadra e la sorella al cimitero per depositare un mazzo di fiori in onore di Denis.