Portomaggiore
11 Gennaio 2025
Il giudice ha già fissato le prossime udienze per il 31 gennaio e il 14 febbraio

Cani venduti senza pedigree. Sentiti tre testi

di Pietro Perelli | 2 min

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Portomaggiore. Sono stati sentiti ieri, 10 gennaio, davanti al giudice Giuseppe Palasciano tre testi portati dalla Procura nell’ambito delle udienze relative a due allevatori di Portomaggiore (difesi dall’avvocato Giampaolo Remondi) che, secondo le parti offese, avrebbero venduto cani con caratteristiche diverse da quelle pattuite. Secondo l’impianto accusatorio vendevano cuccioli di razza Labrador, Bulldog francese, Golden Retriever a prezzi che variavano dai 900 ai 1400 euro, assicurando le buone condizioni dell’animale, il pedigree, il microchip e quant’altro prevede la normativa sulla vendita degli animali.

In almeno una ventina di casi però si sarebbero trovati a dover fare i conti con le rimostranze degli acquirenti, tanto da finire sul banco degli imputati. Alcuni avrebbero lamento l’acquisto di cani con caratteristiche diverse da quelle pattuite mentre il pedigree, pur essendo stato garantito, non sarebbe mai stato consegnato. Oltre a ciò, nonostante avessero consegnato la documentazione relativa al numero di microchip, l’animale pare non risultasse registrato all’anagrafe canina.

Su queste accuse come su altre i due imputati hanno sempre ribadito fermamente la loro estraneità a omissioni di pedigree, confermando che i cani allevati sono inoltre tutti nati in Italia.

Altri acquirenti avrebbero invece lamentato di aver avuto cuccioli affetti da una malattia genetica mentre altri che soffriva di displasia. In un altro caso sarebbe stato venduto un cucciolo di età inferiore ai due mesi prescritti come minimo di legge.

Il giudice ha già fissato le prossime udienze per il 31 gennaio e il 14 febbraio quando verranno sentito altri testi.

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