Cronaca
8 Gennaio 2025
Ilaria Cucchi in una lettera indirizzata al generale Salvatore Luongo: "Come dice sempre l’avvocato Fabio Anselmo, la giustizia è degli uomini. E gli uomini cambiano"

Corvetto, La7 pubblica i video degli ultimi istanti di vita di Ramy

di Camilla Mondini | 3 min

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Ramy El Galm, 19 anni, perde la vita la sera di domenica 4 novembre a Corvetto, in provincia di Milano. Si trovava dietro sullo scooter di un amico, Fares Bouzidi di 22 anni, inseguiti da una macchina dei carabinieri del Nucleo radiomobile, Volpe 40.

Poi l’incidente, pochi istanti ripresi dalle telecamere tra via Ripamonti e via Solaroli, la macchina dei carabinieri sembra tamponare il motorino che finisce contro il semaforo. Ramy muore sul colpo per una lesione all’aorta causata dall’impatto contro il palo. L’amico, invece, è sopravvissuto dopo essere stato in coma. Nel video si vede anche un testimone che durante le indagini racconterà che due carabinieri lo avrebbero costretto a cancellare i video dal suo telefonino.

Ilaria Cucchi, in una lettera, si rivolge al generale Salvatore Luongo: “Le scrivo come privata cittadina, voglio subito metterlo in chiaro affinchè non vi siano dubbi di sorta. Sono Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, ucciso da un violentissimo pestaggio la notte tra il 15 e 16 ottobre del 2009 dopo il suo arresto. I responsabili sono stati condannati con sentenza definitiva a 12 anni di reclusione. Lei sa perfettamente di cosa sto parlando perché si è occupato delle indagini sui depistaggi che fin da subito vennero architettati ed attuati dalla oramai tristemente nota ‘scala gerarchica’”.

Poi continua: “Caro generale, come dice sempre l’avvocato Fabio Anselmo, “ la giustizia è degli uomini” e gli uomini cambiano. È così che, dopo che tutti gli alti ufficiali accusati di essere responsabili di falsi e depistaggi sistematici sono stati condannati dal tribunale di Roma, oggi si parla di prescrizione di tutti i reati ed, addirittura, la procura generale, discostandosi per la prima volta dai pm, chiede l’assoluzione di alcuni. Ma non le scrivo per questo”.

“Le scrivo – continua Ilaria Cucchi – perché mi ostino ad avere fiducia nell’Arma dei Carabinieri ed in lei. Io le chiedo scusa se mi permetto, ma, come cittadina, le chiedo la sospensione e conseguente destituzione dei carabinieri che hanno messo negli atti ufficiali una ricostruzione dell’accaduto che mi pare proprio incompatibile con quanto documentato dalle immagini. Oggi ho visto le terribili immagini trasmesse dal Tg di La7 che documentano gli ultimi istanti della folle corsa dello scooter da lui condotto verso la morte. Di fronte ad esse io non posso e non voglio trarre sentenza perché ritengo che questo sia compito della Magistratura e certo non mio”.

“Sono una solo una normale cittadina ferita che ha un disperato bisogno di poter continuare a credere in quella divisa che per me è sacra. Qualcuno che ha perso il senso della realtà mi considera un’eroina – poi conclude – Ma eroi sono tutti i carabinieri, suoi sottoposti, che ogni giorno si sacrificano per la collettività. Li tuteli, per favore. Faccia in modo che tutti noi li possiamo portare nel cuore, sempre, senza ombre”.

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