Mamadi Tunkara, 36 anni, originario del Gambia, l’addetto alla sicurezza, ucciso a coltellate ieri (venerdì 3 gennaio) a Bergamo, intorno alle 15:30 mentre si recava al supermercato Carrefour di via Tiraboschi, per prendere servizio, lavorava per la società ferrarese di sicurezza Top Secret.
Il giovane era stato assunto appena un mese fa, esattamente il primo dicembre.
“Tutti ce ne avevano parlato come di un bravo ragazzo, serio, tranquillo e bene inserito nella collettività e per questo lo abbiamo assunto” spiega Matteo Mazzoni, presidente del gruppo. Top Secret è una delle più importanti società di sicurezza a livello nazionale, con ben sei sedi in altrettante città italiane e per Mamadi l’assunzione rappresentava un punto di arrivo importante.
“Questo episodio – prosegue Mazzoni – ci ha profondamente scosso. Per questo abbiamo deciso di stare vicini alla famiglia del nostro dipendente. Top Secret si farà carico di tutti i costi inerenti il rientro della salma in Gambia, così come forniremo loro tutta l’assistenza legale necessaria. Collaboreremo in ogni maniera con la procura di Bergamo, perché si arrivi alla ricostruzione esatta del drammatico episodio e all’identificazione e quindi all’arresto di chi lo ha così brutalmente assassinato”.
Per l’omicidio di Tunkara è stato fermato questa mattina un 28enne del Togo. Il giovane, senza fissa dimora, si trovava al confine tra Italia e Svizzera, dove stava tentando di fuggire. L’uomo è stato consegnato dalla polizia svizzera a quella italiana dopo un controllo sulla sua identità. Da Chiasso il 28enne è stato accompagnato dalla polizia italiana in questura a Bergamo.
All’origine del gesto, secondo gli inquirenti, ci sarebbe una lite degenerata in tragedia. Tra le ipotesi c’è quella che vorrebbe il responsabile dell’aggressione essere uno degli autori di un furto avvenuto qualche giorno fa nel supermercato dove lavorava Mamadi. Il vigilante l’avrebbe riconosciuto e avrebbe cercato di fermarlo.
Per uccidere il 36enne è stato utilizzato un coltello, del quale l’assassino si è subito disfatto. Un’arma che potrebbe essere compatibile con quella utilizzata dall’aggressore è stata trovato questa mattina all’interno di un cortile di via Paglia, a qualche centinaia di metri dal luogo del delitto e lungo la via di fuga che l’omicida avrebbe percorso per scappare.
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