Si va verso un processo senza parti civili per la morte di Emily Vegliante, la carabiniera di 22 anni di San Giovanni in Persiceto, morta – l’11 maggio di un anno fa – in un incidente stradale nelle vicinanze dell’incrocio tra via Modena e via di Renazzo, nel territorio comunale di Cento.
Durante l’udienza preliminare di ieri (giovedì 19 dicembre) infatti, accogliendo l’eccezione avanzata dall’avvocato Beatrice Capri, che difende il 49enne centese per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio, il gup Danilo Russo ha rigettato la costituzione di parte civile dei parenti della vittima.
“Il gup ha rigettato la costituzione perché depositata irritualmente e in maniera non tempestiva a fronte di una posizione stragiudiziale assicurativa già aperta” spiega Capri all’uscita dall’aula.
Sembrerebbe orientato a rimettere la propria querela e a uscire dal processo invece, una volta ottenuto il risarcimento assicurativo, il carabiniere 38enne P.D.M. che era alla guida della Fiat Punto su cui viaggiava Vegliante, anche lui rimasto gravemente ferito, senza conseguenze letali.
Se ne saprà qualcosa di più il 12 giugno, data scelta per la prossima udienza.
La vicenda – lo ricordiamo – era avvenuta lungo la Sp66. Il 49enne accusato di omicidio stradale e lesioni personali gravi stava percorrendo la strada con provenienza San Giovanni in Persiceto e direzione Renazzo-Ferrara quando, per la Procura, la sua Peugeot 3008 avrebbe invaso la corsia di marcia opposta.
Secondo la consulenza, l’uomo stava andando a una velocità di 90 km/h, superando quindi di 20 km/h il limite di velocità dei 70 km/h previsto per quel tratto strada, andando a sbattere contro la Fiat Punto.
Quest’ultima, su cui stavano viaggiando i carabinieri, sempre secondo il consulente del pm, proveniva dal senso opposto ed era regolarmente posizionata nella propria semicarreggiata, quando l’impatto ha ucciso sul colpo Vegliante e ha provocato lesioni personali gravi al 38enne di fianco a lei, trasportato in elisoccorso all’ospedale Maggiore di Bologna, con frattura di entrambi i polsi, lussazione dell’anca destra e dell’acetabolo destro, giudicate guaribili dai sanitari in oltre quaranta giorni.
Il 49enne invece fu portato in ambulanza all’ospedale di Cento.
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