Politica
13 Dicembre 2024
Lo ritengono "insufficiente rispetto alle gravi sfide ambientali e urbanistiche che la mutazione climatica che già stiamo vivendo ci pone e ci porrà"

Manca di “contenuto e metodo”. Perché La Comune è contraria al Pug

di Redazione | 6 min

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Una signora di 90 anni ha tentato di togliersi la vita gettandosi nel Po di Volano questa mattina attorno alle 10.30, nella zona di via Comacchio, nei pressi del pub Lady Hawke. L'episodio è avvenuto lungo un tratto del ramo secondario del Po di Volano e la signora è stata tratta in salvo dai vigili del fuoco di Ferrara

Il gruppo La Comune di Ferrara ha dato parere contrario al nuovo Piano Urbanistico Generale (Pug) “sia per questioni di contenuto che di metodo” ritenendolo “insufficiente rispetto alle gravi sfide ambientali e urbanistiche che la mutazione climatica che già stiamo vivendo ci pone e ci porrà”. Ciò emerge dallo stesso “documento sull’Analisi Climatica presente nel Piano, in cui si evidenzia che la Strategia per la qualità urbana ed ecologico ambientale del Pug si deve confrontare con un profilo climatico locale in rapido mutamento, e probabilmente peggioramento”.

“È come se la nostra città – spiegano – stesse cambiano più velocemente di quanto i modelli climatici possano prevedere. La temperatura media continua a salire, con conseguenti periodi di siccità che ben conosce l’agricoltura, ondate di calore e notti tropicali, oltre a rischi crescenti di eventi metereologici estremi, come le recenti e vicine alluvioni dimostrano”.

Secondo La Comune “quello che serviva erano chiare e stringenti linee di indirizzo, anche più stringenti di quanto consenta la legge urbanistica regionale”. Serviva insomma “più decisione e coraggio e interventi sistemici, con regole e prescrizioni. Perché è bene ricordare che la mutazione climatica dipende da un complesso di fattori causati dal sistema economico produttivo e di consumo”.

“Nonostante gli obiettivi strategici siano complessivamente condivisibili – aggiungono -, trovano una non sufficiente rispondenza nelle linee di indirizzo e a volte addirittura una assenza, giustificata come esigenza di ‘flessibilità’ e rimando a successivi Accordi Operativi, svuotando di fatto il Pug della sua funzione di orientamento e indirizzo”.

La critica va a “progetti come il parcheggio sull’area dell’ex zuccherificio a Pontelagoscuro che vedrà un Parcheggio di 10/12.000 automobili o l’uso del Parco Bassani per eventi di massa senza aver preso in considerazione un’alternativa nel Parco sud per gli eventi temporanei, dimostrano una visione incoerente con gli obiettivi di sostenibilità dichiarati”.

“Nel Pug – proseguono – manca un Piano del Verde e della biodiversità Ferrara, che ponga la valutazione dei servizi ecosistemici come azione fondamentale per sviluppare scenari di pianificazione del territorio e misurare gli effetti di sostenibilità delle scelte. La biodiversità non è più solo una questione ambientale e paesaggistica, ma una vera e propria questione di salute pubblica, fondamentale per la protezione della salute della nostra comunità, in particolare di quella più fragile, visto i livelli di inquinamento da polveri sottili, le temperature elevate e il rischio idrogeologico, tutte questioni che possono essere mitigate se si favorisce una seria tutela e promozione del verde”.

Secondo La Comune “per essere coerenti con gli obiettivi di stop al consumo di suolo, l’espansione urbanistica deve essere limitata, senza più cedere alla logica di nuove espansioni e speculazioni edilizie o accordi discutibili come per l’area rinominata Feris 2 che per fortuna è decaduta dal PUG ma che avrebbe consentito l’edificazione di un’area inedificabile. E’ necessario privilegiare una rigenerazione urbana con una chiara regia pubblica, recupero e riqualificazione del patrimonio esistente sia in ambito abitativo che per le aree produttive dismesse”.

La mobilità sostenibile è “un altro tema insufficiente”. Il rapporto tra il Piano Urbanistico Generale e il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (Pums) “dovrebbe infatti essere sinergico” mentre non hanno “rilevato, nella concretezza, linee di indirizzo in questa direzione, neppure per abbozzare proposte di mitigazione di aree congestionate dal traffico, come evidenziano le numerose osservazioni giunte dai cittadini e dai comitati ritenute non accoglibili”.

Parrebbe dunque “un tabù parlare di ridurre l’uso dell’auto, ma solo interventi in questa direzione possono migliorare sia i livelli di inquinamento che la sicurezza stradale, nella città che le statistiche segnalano essere 104esima su 107 (dati Istat)”. Invece “per convincere le persone a lasciare a casa l’auto e prendere il mezzo pubblico o la bicicletta serve una rete diffusa e integrata di mobilità pubblica e le piste ciclabili devono essere continue e definire circuiti integrati, associati a parcheggi scambiatori alle porte della città, alla predisposizione di sensi unici di marcia, oltre che di zone 30”. È dunque “più che mai necessario un cambio di paradigma ed è proprio questo che non si intravvede nel Pug adottato a maggioranza”.

Il piano mancherebbe “anche di progetti simbolici e sperimentali da avviare subito in alcuni quartieri, invece di potenziare i parcheggi già esistenti in città, come avverrà nel caso di Piazza Travaglio che verrà desigillata e piantumata, quindi resa bella e resiliente, ma prevedendo un parcheggio limitrofo alla piazza che passerà da 70 a 100 posti auto”.

Spiegano anche che con alcuni emendamenti hanno “provato al rischio di edificare palazzi di multipiano nelle strade prospicenti le Mura, come via Bacchelli, Via Gramicia e Via Caldirolo o a sopperire a mancanze e ritardi nella programmazione urbanistica di Ferrara, come sul problema delle antenne per la telefonia, con il nuovo Piano antenne che non viene applicato e che non limita le installazioni su terreni privati”. A gravare anche la “mancanza di un Piano del rumore incide a livello urbanistico sulle decisioni da prendere, in tema di viabilità e traffico automobilistico, ma anche su che luoghi destinare in città a concerti e grandi eventi”.

“Il colmo – dicono – lo abbiamo visto in Consiglio comunale quando la maggioranza ha bocciato tutti gli emendamenti presentati dalla minoranza, compreso, incomprensibilmente e in totale incoerenza con se stessa, un emendamento de La Comune che chiedeva di inserire le distanze minime tra centrali di biometano/biogas e luoghi sensibili, contraddicendo di fatto e incomprensibilmente quanto di fatto votato in consiglio comunale all’unanimità dieci giorni fa, quando si è detto “no” al permesso di costruire in deroga alle distanze minime, per la centrale di Gaibanella”.

Sulla “carenza metodologica” con cui è stato “condotto un processo di lavoro durato più di due anni”, ritengono “che ‘partecipazione e trasparenza’, cardini della Legge Regionale 24/201, siano state gestite in modo superficiale rispetto alla complessità degli obiettivi dichiarati”. Così “appena due incontri pubblici aperti alla cittadinanza a novembre 2023 e la scarsa inclusione dei gruppi più vulnerabili non possono definirsi un vero percorso partecipativo”. “È mancata – affermano – chiarezza sugli obiettivi della partecipazione: gli scopi del processo andavano meglio definiti e comunicati in modo trasparente, così che i cittadini comprendessero quali aspetti della decisione pubblica erano aperti al contributo e quale sarebbe stato il peso delle loro osservazioni e suggerimenti”.

“Nonostante la Giunta – continuano -avesse deliberato di attivare forme di contraddittorio tra chi presentava osservazioni e l’Amministrazione, a molti degli osservanti non è stato garantito l’accesso alle valutazioni tecniche, comportando di conseguenza un impegno della minoranza a svolgere una funzione di intermediazione in Commissione consiliare. Tutto questo va in direzione contraria a una visione partecipata della nostra città”.

“Il Pug – concludono – è il Piano più importante degli ultimi decenni e più importante per i prossimi decenni, per il futuro della città e delle giovani generazioni e sarebbe stato fondamentale fosse condiviso quanto più possibile. Incredibilmente abbiamo assistito invece anche ad una grave bocciatura, quella di un emendamento in cui si chiedeva la possibilità come minoranza di partecipare agli incontri di monitoraggio del Piano, per esercitare la funzione di vigilanza e controllo che il nostro mandato prevede”.

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