Politica
13 Dicembre 2024
Il giorno dopo l'approvazione in Consiglio Comunale il Pd torna a parlare del Pug insoddisfatto del merito oltre che del metodo

Pd: “Il Pug non deve restare un libro di buone intenzioni”

di Pietro Perelli | 4 min

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Il giorno dopo l’approvazione in Consiglio Comunale il Pd torna a parlare del Pug insoddisfatto del merito oltre che del metodo. Nessuno degli emendamenti e delle risoluzioni proposte è stata accettata dalla maggioranza nonostante, alcune di queste, fossero ritenute di buon senso e non rispecchiassero semplicemente una visione alternativa di città che legittimamente ha il partito all’opposizione.

“La nostra – dice il capogruppo Pd in consiglio Massimo Buriani – era una posizione che non era assolutamente pregiudiziale. Abbiamo rilevato un’impostazione complessiva del piano molto attinente alle indicazioni che venivano dalla legge regionale”. Accanto al capogruppo, a rilevare l’estremo ritardo con cui si iniziato a discutere il Pug,  anche i consiglieri Matteo Proto, Enrico Segala e Davide Nanni. “Oltre due anni solo per trovare l’impresa che lo redigesse”.

Questo però non è il punto fondamentale dove, dice Buriani, “a fronte di un quadro complessivo che possiamo anche giudicare condivisibile nelle strategie e nelle linee guida”, ci si trova davanti a un piano mancante nelle fasi successive: “Come dai attuazione a quegli obiettivi”.

Se quindi nel consiglio di mercoledì 11 gli interventi si erano concertati sulla mancanza di ascolto (gli emendamenti e le risoluzioni erano stati presentati martedì 10 dicembre) oggi il Pd denuncia anche la mancanza di ascolto in futuro. Nel primo emendamento proposto avevano infatti chiesto di poter effettuare un primo monitoraggio dell’andamento del piano a 3 anni anziché 5 (limite massimo imposto dalla legge regionale) perché così lo si sarebbe potuto fare entro i limiti di mandato della giunta che ha proposto il Pug. Chiedevano inoltre un report politico annuale al Consiglio Comunale su una selezione tra principali punti.

Questioni di “buon senso” a cui va ad aggiungersi la proposta di Proto con cui si chiedeva di specificare la destinazione del fondo Ers (edilizia residenziale sociale). Ogni imprenditore che investe nella costruzione di immobili deve destinarne il 20% a edilizia sociale con affitti o costi di acquisto calmierati, in alternativa ha la possibilità di pagare una compensazione al comune. Ecco, il Pd ha chiesto che questa compensazione fosse destinata alla realizzazione di alloggi sociali. Alloggi che non sono da confondere con l’Edilizia residenziale pubblica (Erp) che ha altri canali di finanziamento ed è destinata a situazioni di povertà più critica mentre quella sociale è pensata per chi vive in una situazione economica che non gli permette di affittare o comprare casa ai prezzi di mercato. “Una misura – aggiunge Nanni – che avrebbe impattato anche sulle politiche abitative”, in particolare se si considera lo spopolamento a cui la nostra città è soggetta, garantendo, attraverso prezzi calmierati, una possibilità di ripopolamento.

Due emendamenti sono stati fatti anche su Parco Nord (intitolato a Giorgio Bassani) e Parco Sud. Se nel primo caso venivano chiesti maggiori vincoli sulla tutela ambientale, nel secondo si chiedeva di recuperare l’accordo sulla permuta con il demanio per poterlo realizzare nelle zone limitrofe all’aeroporto di San Luca. “La famosa area – specifica Nanni – dove volevano costruire il Cpr di cui al momento non si sa nulla, pare sia stato congelato, non stralciato perché non esistono documentazioni ministeriali che lo attestano”. Un modo, secondo i dem, anche per cercare di mettersi al riparo dalla possibilità che il centro per migranti torni in voga in quella zona e per creare un’area destinata a concerti più appropriata del Parco Urbano.

Buriani fa quindi notare, passando al Parco Nord, che “come scritto nelle linee guida del progetto si ferma al Po, non come parco ma come parco misto di attività ecologiche, ambientali e agrarie dove fare nella parte terminale sperimentazioni di agricoltura innovativa”. Il problema però è che “non si arriva al Po perché quando arrivi la in fondo hai un area che è stata inspiegabilmente accorpata all’area del Boicelli (area produttiva)”. Si riferisce al nuovo deposito costruito nell’area dell’ex zuccherificio a Pontelagoscuro già criticato anche nella precedente consiliatura da esponenti Pd. Oggi, con il nuovo Pug, il confine si ferma proprio a quest’area, “dov’è il collegamento con la ciclabile del Po?”

“Il Pug – conclude Nanni – non deve restare un libro delle buone intenzioni, non sappiamo cosa farcene, vogliamo vedere che queste linee guida vengano messe poi a terra per davvero. Altrimenti ci raccontiamo che vogliamo la città verde, la città sostenibile e poi abbiamo la città piena di macchine”.

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