Spettacoli
4 Dicembre 2024
Il comico ferrarese arriva al Teatro Comunale di Ferrara nei panni del ragionier Ugo il 20 dicembre con "Fantozzi. Una tragedia". "Sarebbe bello vedere un Fantozzi fatto da Villaggio in teatro ma non si può e quindi ci si deve accontentare di quello che c'è adesso, io"

Fantoni interpreta Fantozzi: “Una cosa che fa venire i brividi”

(Foto di Nicolò Rocco)
di Pietro Perelli | 3 min

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Fantozzi torna in scena ma questa volta non lo fa in un film o in un libro, lo fa a teatro e nei panni del ragionier Ugo non troviamo più Paolo Villaggio ma Gianni Fantoni. “Siamo un po’ costretti a fare così – ci dice con una battuta quest’ultimo – perché Villaggio risulta momentaneamente assente, da qui all’eternità”.

Per la verità, Fantozzi. Una tragedia, spettacolo prodotto dal Teatro Nazionale di Genova, Enfi Teatro, Nuovo Teatro Parioli, Geco Animation per la regia di Davide Livermore calca i palchi dei teatri italiani da gennaio di quest’anno e il 20, 21 e 22 dicembre arriverà anche al Teatro Comunale di Ferrara. “Sarebbe bello – ci dice Fantoni – vedere un Fantozzi fatto da Villaggio in teatro ma non si può e quindi ci si deve accontentare di quello che c’è adesso, io“.

Una sfida, quella del comico ferrarese che tra i personaggi imitati in carriera annovera proprio Villaggio/Fantozzi, che si può definire “in parte vinta perché lo spettacolo ha ricevuto critiche praticamente all’unanimità molto positive”. Uno spettacolo di quelli “che non si vede in Italia”, uno di quelli che normalmente si vedono a Londra, “il posto più bello dove vedere spettacoli”, invece no, “questa volta è stato fatto in Italia da italiani; per quanto Livermore abbia un cognome anglosassone, è di Torino”.

“Uno spettacolo onirico” lo definisce Fantoni che lo scorso anno aveva pubblicato Operazione Fantozzi (Sagoma Editore). Un libro che racconta di come “un ragazzino di provincia sia diventato l’erede unico designato da Paolo Villaggio per vestire i panni di Fantozzi, il suo personaggio più iconico” e di come Fantoni “cerca di realizzare l’idea assurda e meravigliosa di fare di Fantozzi un musical per il teatro”. Alla fine, dopo una lunga trattativa per l’acquisto dei diritti e un libro, si è arrivati a uno spettacolo di prosa, “fatto dal vivo per i vivi”.

Nella pièce non ci si deve però aspettare di trovare il personaggio conosciuto con i film di Neri Parenti ma quello dei libri di Paolo Villaggio e dei primi due film di Luciano Salce. Lo spettacolo è stato anche “la riscoperta del primo Fantozzi”, quello dei libri, “un Fantozzi tragico, talmente tragico che diventa comico nel momento in cui è tragicissimo, non cartone animato come poi si è trasformato”. Non ci si deve neanche aspettare l’imitazione di un personaggio che a Fantoni è sempre appartenuto “ma non basta fare un’imitazione”. “L’imitazione – ci dice l’attore – ha il fiato corto, è il talento della gracula religiosa, il merlo indiano, arrivati a due minuti basta”.

Ecco allora che subentra l’interpretazione che “ti può venire solamente con la direzione di un bravo regista (Livermore, ndr) e con un vissuto particolare (quello di Fantoni, ndr) che per quanto sia spostato di un trentennio, è sovrapponibile a quello di Villaggio, perché anch’io sono ragioniere come lui, anch’io ho lavorato in un’azienda come lui, prima di fare poi il grande passo verso, diciamo, il magico mondo dell’arte”.

“Volutamente – ci racconta – non faccio la voce identica, perché non c’è bisogno. Lo vedi che non sono Villaggio“. L’importante invece è “mantenere le caratteristiche tipiche del personaggio, anche con un fisico che drammaticamente gli somiglia”. Lo stesso si potrebbe dire per i colleghi sul palco, non sono imitatori e non somigliano fisicamente ai loro modelli, il ragionier Filini, Mariangela, la Pina o la signora Silvani, sono attori “eccezionali” che riescono a “restituire tutto il personaggio”

Il comico ferrarese ricorda bene la prima volta che ha messo i panni del ragionier Ugo per interpretarlo in questo spettacolo e “un po’ di effetto me l’ha fatto perché non ero più l’imitatore di Fantozzi, ero quello vero”.  E ora, quella che “sembra una bestemmia”, un Fantozzi non interpretato da Villaggio, è realtà e Fantoni è “colui che ha liberato Fantozzi dal suo primo interprete, nonché creatore, ed è come Arlecchino, dopo di me potrà farlo chiunque, una cosa che fa venire i brividi”.

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