Minacce agli avvocati. “Non più un caso isolato”
Intervento della Camera Penale di Ferrara a sostegno del collega Enrico Segala dopo le pressioni ricevute da un cliente
Intervento della Camera Penale di Ferrara a sostegno del collega Enrico Segala dopo le pressioni ricevute da un cliente
Torna anche quest’anno Acido Acida, l’unico festival al di fuori del Regno Unito dedicato alle birre britanniche, che animerà il chiostro di Santa Maria della Consolazione da giovedì 28 a domenica 31 agosto
"Ascolta il tuo cuore per salvare il tuo cervello". Torna anche quest'anno l'iniziativa, promossa da Alice Ferrara, che accende i riflettori sulla prevenzione dell'ictus cerebrale e del diabete attraverso controlli gratuiti e informazione
Aperte le iscrizioni per Youth Summer la proposta estiva di Area Giovani, il centro adolescenti del Comune di Ferrara
Sabato 24 maggio, presso la Sala Convegni della Cna, si terrà un incontro pubblico dedicato alla storia della Spal raccontata attraverso la voce e lo sguardo dei media locali: televisioni, radio, quotidiani, fotoreporter e testimoni d’eccezione
Quali saranno le implicazioni del riscaldame
Allo studio, coordinato dal Max Planck Institute for Chemistry e dalla Princeton University, ha partecipato anche la professoressa Valeria Luciani dell’Università di Ferrara, Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra.
L’ossigeno è fondamentale per la vita e la sua distribuzione negli oceani regola la sopravvivenza del biota marino. L’assorbimento di ossigeno dell’oceano dall’atmosfera è ridotto dall’aumento di temperatura, con severe conseguenze per gli ecosistemi marini e le attività umane collegate (pesca, etc.). Non sappiamo però come in futuro, all’aumentare della temperatura, l’oceano ridistribuirà l’ossigeno all’interno del suo volume.
Il gruppo di ricerca ha esaminato la quantità di ossigeno nelle acque superficiali dell’Oceano Pacifico tropicale, la più estesa zona deficitaria di ossigeno, durante il maggiore e più rapido evento di riscaldamento globale degli ultimi 100 milioni di anni, verificatosi 56 milioni di anni fa (il Paleocene Ecocene Thermal Maximum, Petm). Nel corso di quel periodo, considerato analogo a quello attuale, le temperature aumentarono di 6-8°C in poche migliaia di anni, probabilmente a causa di un significativo rilascio di metano e conseguente aumento di gas serra nell’atmosfera terrestre.
“Le rocce, i sedimenti e i fossili conservano una registrazione completa, detta record geologico, dei vari eventi e dei cambiamenti climatici che hanno caratterizzato la storia della Terra”, spiega la professoressa Luciani di Unife. “Mentre l’osservazione e lo studio degli ecosistemi attuali sono limitati a poche decine di anni o agli archivi storici, il record geologico ci offre l’opportunità di comprendere
“In particolare, i foraminiferi planctonici, un gruppo di microrganismi marini dal guscio calcitico, fossilizzandosi nelle rocce sedimentarie oceaniche, hanno conservato cruciali informazioni chimico-fisiche sull’ambiente acquatico in cui si sono sviluppati. I microfossili che abbiamo analizzato giungono a noi dal Petm e derivano da diversi prelevamenti di campioni da sedimenti delle spedizioni scientifiche Deep Sea Drilling Project e Ocean Drilling Program, attive dalla fine degli anni Sessanta, che forniscono un archivio imprescindibile per le conoscenze del clima del passato”.
Nello specifico, quantificando gli isotopi dell’azoto, cioè azoto con diversi numeri di massa atomica, 15N e 14N, conservato in questi microfossili è stato possibile determinare il grado di ossigenazione delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico tropicale durante il Petm e la produttività biologica dei foraminiferi, ossia la capacità di questi organismi di crescere e prosperare. Il rapporto degli isotopi dell’azoto presente nell’acqua è infatti un indicatore delle condizioni di ossigenazione: più è alto il rapporto 15N/14N, minore è l’ ossigenazione dell’acqua,
I risultati delle analisi condotte, pubblicati sulla rivista Science, mostrano una
“Il grado di ossigenazione delle acque superficiali può aver contribuito a preservare la sopravvivenza del microrganismo marino nonostante l’elevato stress delle alte temperature”, commenta il dottor Simone Moretti, principal investigator. “Al contrario, nello stesso periodo, le creature marine che vivevano sui fondali oceanici andarono incontro ad estinzione”.
“Durante il periodo in esame (Petm), gli ecosistemi impiegarono più di 100mila anni per recuperare lo stato precedente l’evento. I cambiamenti negli ecosistemi attuali si stanno verificando a una velocità estremamente più elevata: per questo, nonostante le somiglianze tra il massimo termico del Paleocene Eocene e l’innalzamento delle temperature globali che stiamo vivendo, non è possibile assicurare che vedremo la stessa resilienza degli organismi marini”, conclude la professoressa Luciani.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com