Mesola. Sabato mattina alle 10.30 a Mesola, davanti alla biblioteca comunale, diversi cittadini hanno organizzato un sit-in a causa della “repentina e prolungata sospensione del servizio bibliotecario”. La biblioteca è chiusa dallo scorso 9 novembre dopo il pensionamento della storica responsabile, Fabrizia Mignatti, dal giorno precedente.
A quanto apprendiamo, l’attuale amministrazione, pur sapendo dell’imminente pensionamento della storica bibliotecaria, non si sarebbe organizzate per tempo e ora il paese ha paura di rimanere senza uno dei pochi presidi culturali presenti nel territorio.
“Il rischio – temono – è che prima di nominare il nuovo responsabile passino mesi”.
In realtà non ci sarà nessun nuovo responsabile ma il servizio di biblioteca verrà appaltato. “Stiamo procedendo con il bando per l’affidamento del servizio – ci spiega la sindaca Lisa Duò – e a metà dicembre tornerà a essere aperta”. I funzionari, ci spiega , “ci stanno lavorando da settembre” ma ci sono stati dei ritardi dovuti “a cose più urgenti da fare”. In ogni modo si stanno attrezzando in modo da riaprire entro la prossima settimana almeno lo scambio dei libri.
L’ex sindaco e capogruppo di opposizione Gianni Michele Padovani, pur soddisfatto per “la soluzione trovata”, la riapertura entro metà dicembre, ribadisce che “un po’ di programmazione si poteva fare” considerando che era una scadenza di cui si era a conoscenze.
Sull’appalto esterno l’ex sindaco nicchia: “Io avrei fatto scelte diverse”. “Su altre esternalizzazioni – ammette – sono anche favorevole ma in questo caso vista la professionalità era bene trovare una soluzione alternativa”. Padovani sa che “fare scelte di questo tipo non è semplice” ma è a conoscenza della presenza di alcuni “dipendenti che ambivano a quella posizione” e sarebbe stato opportuno permettergli di “fare un’altra esperieza” facendo poi un concorso per assumere qualcuno nel ruolo vacante.
Ricorda infatti che così “viene a mancare una professione che non si occupava solo del noleggio libri ma anche di gemellaggi e altre forme di finanziamento legate alla cultura”. Insomma una professionalità a tutto tondo difficile da rimpiazzare e per la quale “forse serviva un’attenzione diversa”.
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