Economia e Lavoro
17 Novembre 2024
Calderoni: "Gli agricoltori non possono costruire modelli aziendali innovativi, applicando le migliori tecnologie disponibili senza risorse e senza redditualità"

Cambiamenti climatici e consumo idrico sfide complesse per l’agricoltura

di Redazione | 3 min

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I cambiamenti climatici e il consumo della risorsa idrica sono sfide complesse per il settore agricolo, che lo coinvolgono direttamente non solo per i danni provocati dai fenomeni estremi, ma anche per la richiesta di ridurre le emissioni di anidride carbonica in atmosfera.

Un tema importante per l’agricoltura, che è stato affrontato lo scorso 11 novembre a Bologna nel corso del convegno “Acqua le nuove sfide da affrontare in agricoltura”, organizzato da Cia-Agricoltori Italiani in collaborazione con Anbi – Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue. L’evento ha visto una prima parte di interventi tecnici dedicati a cambiamenti climatici e consumo del suolo e una seconda parte con la tavola rotonda dedicata al tema idrico e al ruolo essenziale dei consorzi di bonifica per la realizzazione di opere strategiche per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Alla tavola rotonda è intervenuto Stefano Calderoni, presidente di Cia-Agricoltori Italiani Ferrara e vicepresidente di Anbi.

“Ogni giorno – spiega – può succedere qualcosa di drammatico in una qualsiasi zona del Mediterraneo e la Comunità europea ha introdotto finora solo norme e direttive per la mitigazione, ovvero la diminuzione delle emissioni di gas serra, ma non ha lavorato in parallelo sulle strategie di adattamento, sostenendo investimenti in nuove opere strutturali”.

“Ormai è palese – prosegue – che servono risorse ingenti, così come è evidente che occorre voltare pagina rispetto all’attribuzione di responsabilità per questa situazione climatica e la scarsità di risorsa idrica. Non si può, infatti, continuare ad addossare ciecamente la colpa all’agricoltura come settore che inquina e sottrae risorse senza restituirle. Prendiamo, ad esempio, la risicoltura che restituisce tutti i metri cubi di acqua che utilizza: il 75% penetra nei terreni e torna al mare, il 12% scende in falda e il resto evapora”.

Serve “avere un approccio scientifico e raccontare correttamente la relazione tra risorsa idrica, agricoltura e clima. E bisogna spiegare che in questo contesto europeo e mondiale di sfide molto complesse, gli agricoltori fanno davvero quello che possono con gli strumenti che hanno, cercando nella difficile impresa di produrre in maniera sostenibile e di avere un reddito”.

Una certezza è però che “gli agricoltori non possono costruire modelli aziendali innovativi, applicando le migliori tecnologie disponibili senza risorse e senza redditualità. In questo contesto il sistema delle bonifiche si fa promotore della crescita sostenibile anche dal punto di vista economico dell’agricoltura. Ma come gli agricoltori non possono occuparsi di mitigazione, riducendo le emissioni in atmosfera, senza risorse straordinarie, allo stesso modo i consorzi non possono affrontare le grandi sfide strategica e strutturali utilizzando le stesse risorse che hanno a disposizione per gestire l’ordinario. Agricoltori e consorzi sono essenziali per la creazione del futuro del Paese e vanno sostenuti il più possibile per garantire la sicurezza e la tenuta ambientale ed economica dei territori”.

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