Circa venti uomini tra agenti – in divisa e in abiti civili – di polizia di Stato e carabinieri, oltre a un equipaggio di poliziotti penitenziari. È l’importante dispiegamento di forze messo in campo nella mattinata di giovedì (7 novembre) per garantire l’ordine pubblico e la sicurezza all’interno del tribunale di Ferrara, dove – davanti alla Corte d’Assise, presidente Piera Tassoni con a latere il giudice Giovanni Solinas – è iniziato il processo per la ‘mattanza’ del bar Big Town di via Bologna del 1° settembre 2023.
Imputati con la duplice accusa di omicidio aggravato e tentato omicidio, per aver ucciso il 43enne Davide Buzzi e aver ferito gravemente il giovane Lorenzo Piccinini, sono il titolare del locale, il 42enne Vito Mauro Di Gaetano, e suo padre Giuseppe di 70 anni. Il primo, detenuto nel carcere di via Arginone, è arrivato poco dopo le 9 in via Borgo Leoni, a bordo del furgone della polizia penitenziaria, seguito dal secondo che – agli arresti domiciliari dallo scorso agosto – ha varcato la soglia del palazzo di giustizia accompagnato dai famigliari.
Ad attenderli Natalino Buzzi, papà della vittima. “Portatemelo qua” dice, mentre Vito Mauro Di Gaetano sfila ‘scortato’ da cinque poliziotti penitenziari nel corridoio del tribunale prima di entrare in aula. L’atmosfera per qualche minuto si surriscalda e si fa tesa, specialmente alle 9.43, quando – dopo il giuramento dei giudici popolari – i due accusati si siedono davanti alla Corte, a fianco ai loro difensori, gli avvocati Stefano Scafidi, Giulia Zerpelloni e Michele Ciaccia. “Guardate i due macellai” esclama con tono sprezzante Buzzi, tra il pubblico.
Tanto basta per farlo ammonire dalla presidente Piera Tassoni. “È la prima volta che li vedo, mi faccia sfogare” ribatte Buzzi, ma la giudice non vuole sentire ragioni, ordinando – e ottenendo – il silenzio, dopo aver ‘minacciato’ di far proseguire il processo a porte chiuse, qualora ci fossero state altre inottemperanze. Passano pochi minuti, gli animi si placano e l’udienza entra nel vivo. Tre ore e mezzo circa, che il padre della vittima segue in piedi, guardando impassibile e immobile Vito Mauro e Giuseppe Di Gaetano.
Alla fine, la Corte ha respinto tutte le questioni sollevate dalle difese, principalmente relative alle intercettazioni, ordinando poi che vengano trascritte nero su bianco dal perito Nicoletta Cavazzana, a cui sarà conferito incarico tra due udienze, il 16 gennaio. Quanto alle liste dei testimoni che dovranno essere sentiti prossimamente, il tribunale non ha ammesso quelli della difesa inerenti ai fatti precedenti all’episodio sanguinoso avvenuto durante la serata del 1° settembre.
Ammessi invece quelli relativi all’omicidio in sé e ai fatti a esso direttamente collegati. Oltre agli imputati e ai carabinieri intervenuti durante quella sera, saranno inoltre sentiti anche il consulente del pm Roberto Zanfini e quello della difesa Luciano Finotti, ritenuti fondamentali dagli avvocati dei Di Gaetano perché – nella loro consulenza psichiatrica – farebbero riferimento allo stato d’animo di padre e figlio nei momenti dell’aggressione, definito “estremamente rilevante” per inquadrare tutta la vicenda.
Nelle prossime ore, la Corte d’Assise dovrà poi sciogliere la riserva sull’istanza presentata dall’avvocato Michele Ciaccia, legale difensore di Vito Mauro Di Gaetano, relativo al trasferimento agli arresti domiciliari del suo assistito. Una richiesta su cui la Procura di Ferrara – pm Barbara Cavallo – non si è opposta, ritenendola adeguata alle esigenze cautelari del momento, pur confermando il grave quadro indiziario a carico dei due imputati formulato in fase di indagini preliminari.
“Siamo contenti che non siano stati ammessi i testimoni relativi ai fatti precedenti all’omicidio, un aspetto che è molto importante per noi” ha spiegato l’avvocato di parte civile Gian Luigi Pieraccini, che – interpellato sull’istanza di scarcerazione della difesa – ha ribadito come comunque “nessuno degli imputati abbia mostrato segni di resipiscenza“. Dopo un breve colloquio tra padre e figlio, al termine dell’udienza, il primo è stato nuovamente ricollocato agli arresti domiciliari, mentre il secondo riportato in cella.
Proseguito senza particolarità criticità, invece, il deflusso delle persone presenti in tribunale. Si torna in aula il 5 dicembre alle 11, quando inizieranno a essere ascoltati i primi testimoni. Fissato anche il calendario per le prossime udienze, tutte in programma alle 9.30: 16 gennaio, 30 gennaio, 13 febbraio, 13 marzo, 10 aprile e 15 maggio.
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