Cronaca
3 Novembre 2024
A sostenerla il dottor Roberto Zanfini, direttore ad interim Uoc Csm di Ravenna della Ausl della Romagna, esperto nominato dalla pm Barbara Cavallo

Big Town. Spunta una consulenza sulla seminfermità di Mauro Di Gaetano

di Davide Soattin | 2 min

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Quando infierì sul corpo ormai esanime di Davide Buzzi, rifilandogli tra i 37 e i 38 colpi di lucchetto alla testa, Vito Mauro Di Gaetano – titolare del bar Big Town di via Bologna – sarebbe stato parzialmente incapace di intendere e di volere.

È quanto sostiene il dottor Roberto Zanfini, direttore ad interim Uoc Csm di Ravenna della Ausl della Romagna, esperto nominato dalla pm Barbara Cavallo della Procura di Ferrara, che – nei mesi scorsi – ha effettuato una consulenza psichiatrica sul proprietario del locale in cui, un anno fa, il 1° settembre 2023, avvenne il massacro.

Nello specifico, lo psichiatra sostiene che Vito Mauro Di Gaetano, in quella fase, si sarebbe dissociato per via della percezione soggettiva di pericolo, che poi sarebbe passata quando si alzò, andò ad aggredire Piccinini e – successivamente – tornò a finire Buzzi con altri quattro colpi.

Le risultanze del lavoro del consulente, ottenute attraverso colloqui e visite con l’imputato, non cambiano comunque la posizione dell’accusa, ma potrebbero comunque essere discusse durante il processo davanti ai giudici della Corte d’Assise del tribunale di Ferrara, che approderà in aula durante la giornata di giovedì 7 novembre.

Imputati con la duplice accusa di omicidio in concorso aggravato dalla crudeltà per la morte di Buzzi e di tentato omicidio – sempre in concorso – per le ferite inferte a Lorenzo Piccini, ‘sodale’ della vittima, sono Vito Mauro Di Gaetano, appunto, che oggi è in carcere, e suo padre Giuseppe Di Gaetano, ora ai domiciliari.

La sera della tragedia, Buzzi e Piccinini si erano presentati nel locale di via Bologna con una tanica di benzina che avevano appoggiato sul bancone con intenzioni minatore per riscuotere un ‘pizzo’ da 3.000 euro.

Giuseppe Di Gaetano, che aveva chiesto spiegazioni di quanto stesse succedendo, sarebbe stato picchiato violentemente dai due: il 42enne avrebbe dato gomitate, pugni e calci all’anziano, facendolo cadere a terra due volte, mentre il 21enne, nell’ordinargli di uscire dal bar con arroganza, lo avrebbe colpito a sua volta con calci, lanciandogli addosso anche una bottiglia.

I due però non sarebbero riusciti nel loro intento a causa del comportamento di padre e figlio, che reagirono in maniera efferata e si scagliarono su Buzzi e Piccinini, uccidendo il primo e ferendo gravemente il secondo.

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