Ci saranno Polizia, Carabinieri e agenti in borghese, questa mattina, al processo per l’omicidio al Big Town di Davide Buzzi e per il tentato omicidio del suo ‘sodale’ Lorenzo Piccinini. Un cordone di sicurezza per il timore di scontri tra familiari e amici della vittima e quelli degli imputati Vito Mauro Di Gaetano, titolare del bar che oggi è in carcere, e suo padre Giuseppe Di Gaetano, ora ai domiciliari.
Un servizio d’ordine a tutela di entrambe le parti, visto che la vicenda, da quanto apparso sui social, pare aver sedimentato sentimenti di rancore e vendetta che hanno suggerito misure precauzionali per evitare potenziali disordini.
In Corte d’Assise potrebbero essere discusse le risultanze della consulenza psichiatrica, disposta dalla pm Barbara Cavallo, secondo la quale quando infierì sul corpo ormai esanime di Davide Buzzi, rifilandogli tra i 37 e i 38 colpi di lucchetto alla testa, Vito Mauro Di Gaetano sarebbe stato parzialmente incapace di intendere e di volere. Le risultanze del lavoro del consulente, ottenute attraverso colloqui e visite con l’imputato, non cambiano comunque la posizione dell’accusa: i Di Gaetano dovranno rispondere di omicidio in concorso aggravato dalla crudeltà per la morte di Buzzi e di tentato omicidio per il ferimento di Piccinini.
La sera della tragedia, Buzzi e Piccinini si erano presentati nel locale di via Bologna con una tanica di benzina che avevano appoggiato sul bancone con intenzioni minatore per riscuotere un ‘pizzo’ da 3.000 euro.
Giuseppe Di Gaetano, che aveva chiesto spiegazioni di quanto stesse succedendo, sarebbe stato picchiato violentemente dai due: il 42enne avrebbe dato gomitate, pugni e calci all’anziano, facendolo cadere a terra due volte, mentre il 21enne, nell’ordinargli di uscire dal bar con arroganza, lo avrebbe colpito a sua volta con calci, lanciandogli addosso anche una bottiglia.
I due però non sarebbero riusciti nel loro intento a causa del comportamento di padre e figlio, che reagirono in maniera efferata e si scagliarono su Buzzi e Piccinini, uccidendo il primo e ferendo gravemente il secondo.
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