Cronaca
6 Novembre 2024
Il gip del tribunale di Ferrara ha emesso il decreto di fissazione dell'udienza con giudizio immediato per il 12 dicembre

A processo il violentatore della Darsena

di Redazione | 3 min

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Andrà a processo con l’accusa di violenza sessuale, il 20enne di nazionalità nigeriana (incensurato e regolare sul territorio nazionale) che – durante la scorsa estate – aveva palpeggiato tre ragazze tra la zona della Darsena e il centro storico, avvicinandole con la bicicletta per strada mentre stavano camminando da sole.

Il gip del tribunale di Ferrara infatti, nei suoi confronti, ha emesso il decreto di fissazione dell’udienza con giudizio immediato per il 12 dicembre.

La polizia di Stato lo aveva fermato a metà luglio scorso, alla fine di una articolata e intensa attività investigativa svolta dalla Squadra Mobile della Questura di Ferrara e coordinata dagli uffici di via Mentessi, scaturita dalla violenta aggressione subita da una studentessa fuorisede di 20 anni, lo scorso 19 giugno, in via Rampari San Paolo. In quell’occasione, la vittima era stata avvicinata da un uomo, con indosso un cappuccio e a bordo di una bicicletta, che le avrebbe palpeggiato le parti intime, per poi alzarle il vestito e afferrarle gli slip, fino a strapparli. In quei momenti concitati, la giovane donna era caduta riportando varie escoriazioni, ma era riuscita a chiedere aiuto ad alta voce, mentre l’aggressore sarebbe riuscito a fuggire prima dell’arrivo delle pattuglie della polizia allertate da alcuni abitanti, facendo perdere le proprie tracce.

Altri due episodi simili si erano susseguiti a distanza di due settimane con lo stesso modus operandi: avvistamento di ragazze tra i 20 e i 30 anni sole, in strade isolate e in tarda serata, avvicinamento alle stesse a bordo di bicicletta, palpeggiamento delle vittime e fuga.

È quanto era successo la notte del 4 luglio a una ragazza mentre stava rincasando: percorrendo via Ariosto, infatti, era stata aggredita alle spalle da un uomo che le avrebbe tappato la bocca con una mano e toccato con forza le parti intime con l’altra. A farlo desistere sarebbero state le urla della vittima che, fortunatamente, non aveva riportato lesioni e ha denunciato l’accaduto il giorno dopo. Sorte simile era capitata la notte del 6 luglio ad un’altra ragazza che stava rientrando presso la sua residenza nella zona di via Capo delle Volte: era stata, infatti, raggiunta alle spalle da un uomo a bordo di una bicicletta che avrebbe provato ad abbassarle i pantaloni e sarebbe riuscito a palpeggiarle il fondoschiena.

A distanza di pochi minuti da quell’ultima violenza, tra corso Porta Reno e piazza Travaglio, l’aggressore avrebbe ostruito la strada ad un’altra donna ultrasessantenne di nazionalità straniera che stava passeggiando con i suoi cani, impedendole di proseguire e chiedendole insistentemente di avere dei rapporti sessuali, questa volta senza mai toccarla, ma le richieste di aiuto avrebbero fatto desistere l’individuo dal suo intento. Poco dopo, però, il soggetto era stato fermato e sottoposto a controllo da una volante della Questura e, grazie alle dichiarazioni rese successivamente dalla vittima, era stato denunciato alla Procura per violenza privata e molestie in relazione a questo ultimo episodio.

Proprio a seguito di questo episodio era arrivata la svolta per le indagini: nell’occasione, infatti, erano stati svolti rilievi fotografici sull’abbigliamento e sul velocipede dell’uomo, mentre sul suo telefono cellulare erano state rinvenute fotografie di interesse investigativo che ritraevano l’indagato con indumenti compatibili con quelli indossati in occasione di alcuni degli eventi contestati. Le conseguenti comparazioni con i filmati estrapolati dagli impianti di videosorveglianza, le escussioni testimoniali, il riconoscimento fotografico effettuato da una delle vittime, i servizi di osservazione e le analisi dei tabulati dell’utenza telefonica in uso all’indagato hanno, quindi, permesso di raccogliere un grave quadro indiziario nei suoi confronti, sfociato nel provvedimento di fermo emesso dalla Procura ed eseguito dagli agenti della Squadra Mobile.

 

 

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