di Emanuele Gessi
“C’è un tempo in cui è necessario costruire insieme il futuro. È fin troppo facile capire che questo (che stiamo vivendo, ndr) sarebbe il momento. Il tempo di Valencia, dell’Emilia-Romagna e di un clima che non può essere lasciato così, perché altrimenti non sopravviveremo. Ma la politica si sta occupando di questo?”.
Sono le parole dell’ex premier Giuliano Amato, che ieri (4 novembre) è arrivato a Ferrara per presentare il suo ultimo libro “C’era una volta Cavour-La potenza della grande politica” (edito da Il Mulino). L’incontro, ospitato a Libraccio, curato da Andrea Pugiotto (costituzionalista Unife) e con letture sceniche di Marcello Brondi, ha intessuto fitti rimandi con gli scenari del presente.
“L’Unione Europea – ha detto Amato, riconnettendosi al discorso sul cambiamento climatico – aveva cominciato a farlo con il Green Deal. Ma sono bastati dieci trattori a marcia in avanti perché la politica europea si fermasse”. Sotto questo aspetto ha sottolineato che bisognerebbe “finalizzare tutto alla realizzazione del futuro, senza spaventarsi davanti alle resistenze, perché se no è chiaro che tornano i pesticidi. Che infatti sono tornati”.
A proposito di futuro, ne ha rilevato la mancanza nella direzione politica attuale. “Il punto focale che rende abusivo il ricorso al concetto di ‘nazione’ in chi non ha un futuro è proprio che sul domani bisognerebbe mettere insieme le forze, non sul passato”.
Nel libro scritto da Amato (che, fra le molte cariche, ha ricoperto anche quella di presidente del consiglio) si risale all’epoca italiana della pre-unificazione, per presentare dieci discorsi di Cavour riletti attribuendo loro una funzione di guida. “Attraverso questa selezione – ha spiegato l’autore – si può vedere come la difficile arte della politica riesca talvolta a realizzare quello a cui aspira. Questo non è un libro di storia è un volume che ha per obiettivo cogliere, nei discorsi di Cavour, quanto meravigliosa sia la politica quando ben esercitata”.
Nei suoi interventi, che sono stati accolti da un pubblico attento, fra cui si è registrata la presenza anche di Patrizio Bianchi (già Ministro dell’Istruzione e rettore di Unife), Amato ha avuto modo di formulare critiche e manifestare rammarico su varie questioni. Innanzitutto, sulla libertà di espressione, “che trova diversi ostacoli”. Ma anche riguardo al fatto che “i giovani con delle qualità non si occupano di politica, lasciandola inesorabilmente nelle mani dei mediocri”.
Infine, è entrato nel merito della discussione sulla autonomia differenziata. “È da due anni che cerco di difendere il sistema regionale. Io sono regionalista e contrario alla statalizzazione di tutte le decisioni. Ma quello che ci serve è il regionalismo cooperativo. Distribuire competenze in giro, dando il via libera perché ciascuno faccia quello che crede, non credo che ci aiuterebbe”.
In conclusione, si segnala l’evento collaterale in Sala Estense, programmato per martedì 12 novembre alle ore 21, quando verrà proiettato il film “Senso” (1954) di Luchino Visconti, ambientato alla vigilia della Terza guerra d’indipendenza combattuta dal Regno d’Italia contro l’Impero austro-ungarico.
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