“È impossibile per l’amministrazione porre dei divieti generalizzati alla costruzione di impianti biogas in quanto vengono definiti dalla normativa di pubblica utilità, indifferibili e urgenti”. È questa, in sintesi, la medesima risposta dell’assessore Nicola Lodi alle due interpellanze dei gruppi di minoranza riguardo, rispettivamente, agli impianti di Vigarano Mainarda (ma con accesso da via Catena a Ferrara) e di Villanova. Risposte che in aula sono state considerate dalla minoranza “pilatesche”.
Il primo, come sottolineato da Anna Zonari nel suo intervento in Consiglio comunale, che avrebbe necessità di dialogo e coordinamento tra le due amministrazioni coinvolte (Vigarano e Ferrara) “che hanno strumenti urbanistici diversi” e rispetto al quale, trattandosi di impianto per il quale è stato comunicato da Arpae l’avvio dell’istanza di autorizzazione, la stessa Zonari ha richiamato il principio di precauzione al quale “molti sindaci si sono appellati per impedire la realizzazione di questo tipo di strutture”. Nell’interpellanza si chiede quindi di adottare una linea condivisa con Vigarano per esercitare un parere ostativo, ma anche di coinvolgere i residenti preoccupati sulle questioni di impatto su ambiente, viabilità (“si tratta di strade non adeguate ad accogliere mezzi pesanti”) e salute.
Nel caso dell’impianto biometano di Vigarano, l’assessore Lodi ha riferito che “sarà cura coinvolgere i residenti”, precisando però che “in conferenza dei servizi non è prevista la partecipazione dei cittadini”, nonché che il Comune è intervenuto sul problema della viabilità per richiedere alla ditta di presentare un piano traffico “con un’elevato livello di approssimazione”. “Solo dopo le risposte – ha aggiunto – potremo richiedere integrazioni, ma al momento queste risposte non sono arrivate”. E comunque, come ribadito a più riprese da Lodi, “l’impianto è autorizzato ai sensi di legge”, sottolineando le scarse possibilità di ‘diniego’ in possesso dell’Amministrazione. Per Zonari è da apprezzare l’intervento del Comune presso la ditta sul problema viabilità, insistendo però sia sulla necessità di coinvolgere i cittadini con un’assemblea pubblica (“hanno sempre il diritto di essere informati”), che sul principio di precauzione adottato da altri enti territoriali per ‘bloccare’ l’iter autorizzativo.
Per l’impianto nella frazione di Villanova – impianto già autorizzato – l’interpellanza è stata illustrata da Marzia Marchi (M5S), puntando soprattutto sull’impatto ambientale (polveri sottili, consumo di suolo, inquinamento da digestato) e sul rapporto costi-benefici per il territorio (il ritorno tra energia consumata e prodotta non sarebbe così favorevole secondo alcuni studi). “Esiste una questione fortemente politica riguardo questi impianti – ha detto Marchi – perché chiediamo di capire cosa portano al territorio. Il ritorno effettivo qual è”.
“C’è l’autorizzazione di Arpae – è stata la risposta di Lodi – e gli impianti sono di pubblica utilità, indifferibili e urgenti. In tutta Italia questa è la risposta. L’autirizzazione unica è rilasciata a seguito di procedimento unico al quale partecipano tute le amministrazioni interessate. Le valutazioni dell’amministrazione sono quelle dei pareri favorevoli con prescrizioni, rilasciati su valutazioni tecniche. Siamo obbligati”. “L’impianto – ha aggiunto – è posizionato in un luogo non interferente con altri impianti simili. Mentre non vi sono valutazioni costi-benefici in quanto non richieste dalla normativa”.
Dopo Zonari, insoddisfatta anche Marzia Marchi, consigliera del Movimento Cinque Stelle, relativamente alle risposte ricevute sull’impianto di Villanova: “L’atteggiamento politico di questa amministrazione sulla questione è pilatesco. L’assessore Lodi ha detto per cinque o sei volte le parole necessità e obbligatorio. Della serie che il Comune non ci possa fare niente e sia costretto a dare l’autorizzazione, ma a me non risulta che questo sia avvenuto in altre situazioni e in altri Comuni. Mi par di capire che questa amministrazione, in termini politici, si tira fuori e si affida all’obbligo delle norme tecniche senza valutare quello che è, invece, il ritorno in termini di benessere del territorio, ambientale e dei cittadini che sono molto preoccupati. Mi par di cogliere che le frazioni siano luoghi in cui piazzare questi obbligatori impianti, senza che ci sia la volontà di provare a fermarli”.
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