Economia e Lavoro
18 Ottobre 2024
Due giorni di sciopero. I sindacati: “I numeri sono enormi, questa è una tragedia”. Un pullman parte per Roma

Berco, il tempo torna indietro di 12 anni

di Marco Zavagli | 3 min

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Copparo. Sono passati 12 anni esatti e l’orologio del tempo sembra tornato indietro a quel 16 ottobre del 2012. Quando il piazzale di Via Primo Maggio si riempì di tute blu per manifestare contro la ventilata ipotesi di vendita dello stabilimento da parte di ThyssenKrupp.

Ieri i lavoratori di Berco hanno incrociato le braccia non appena le rsu hanno comunicato l‘apertura della procedura di licenziamento collettivo per 480 dipendenti e la disdetta del contratto aziendale.

Dodici anni esatti dopo le lancette del tempo non si sono fermate però sui volti e sugli umori del popolo della Berco. Chi aveva allora 40 e la forza e la tenacia per affrontare una lunga battaglia oggi sembra più stanco e rassegnato. La delusione è palpabile negli sguardi di chi ascolta le dichiarazioni dei sindacati.

“I numeri sono enormi, questa è una tragedia – grida al microfono il segretario della Fiom, Stefano Bondi -. Una tragedia getta nello sconforto e nella disperazione 480 persone e le loro famiglie, riduce il salario a chi eventualmente loro pensano debba rimanere all’interno dello stabilimento e getta una grande ombra sulla prospettiva della Berco di Copparo”.

Per i sindacati dei metalmeccanici la scelta di andare al ministero “è la scelta giusta: loro continuano a dirci che sono disponibili al dialogo ma ci puntano la pistola alla tempia; perché oggi dev’essere chiara a tutti una cosa: è partito un conto alla rovescia. Oggi partono i 75 giorni della procedura che scadranno a capodanno. Questo sarà il loro regalo di natale”.

Fiom Fim e Uilm promettono di “dare una risposta altrettanto dura e determinata come l’atto unilaterale che hanno fatto: oggi (ieri, giovedì 17 ottobre, ndr) proseguiamo tutto il giorno con lo sciopero e il presidio davanti alla fabbrica. Crediamo che anche domani (oggi, ndr) debba proseguire cosi. Dalla prossima settimana le rsu decideranno e vi comunicheranno di giorno in giorno come e quali tipi di iniziative adotteremo”.

I sindacati temono anche la strategia del divide et impera: “la lettera di licenziamento dell’azienda fa riferimento al solo stabilimento di Copparo. Vogliono metterci gli uni contro gli altri”. Nel frattempo tra i dipendenti sta circolando una lettera che dovrebbe indicare il numero di esuberi reparto per reparto.

“Loro dovranno assumersi la responsabilità – riprendono i sindacati – di dirci e di dire al governo italiano che vogliono dimezzare uno stabilimento, vogliono licenziare 480 persone, vogliono mettere in crisi 480 famiglie, ridurre il salario a chi resterà eventualmente e mettere in crisi un intero tessuto sociale che va oltre il Comune di Copparo. Siamo uniti, convinti e determinati”.

E se nel 2013 un manipolo di operai arrivò in corriera fino ad Essen in Germania, sede della Thyssen, ora la spedizione è per oggi verso Roma.

Un pullman raccoglierà una cinquantina di dipendenti per partecipare allo sciopero generale e, se possibile, aprire il corteo dei metalmecccanici.

Salirà sul pullman anche il sindaco di Copparo Fabrizio Pagnoni, che in mattinata aveva lanciato un messaggio video per dire che “siamo assolutamente contrari a questa forma di comunicazione e a questa sostanza. Siamo sempre dalla parte dei lavoratori e continueremo nel nostro impegno concreto a sostenere ogni iniziativa volta alla salvaguardia delle nostre maestranze, delle nostre lavoratrici, dei nostri lavoratori e del nostro territorio in forma sempre più convinta e, auspico, unitaria”.

Per lunedì 21 ottobre, alle 21, si terrà il Consiglio dell’Unione Terre e Fiumi in seduta straordinaria, durante il quale verrà condiviso l’ordine del giorno già approvato dal Comune di Copparo.

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