Cronaca
17 Ottobre 2024
Il collegio del tribunale di Ferrara ha condannato il 31enne Bruno Minute per violenza sessuale continuata e aggravata ai danni di un ragazzo tra gennaio e ottobre 2016

Adescò minore su Blablacar e lo violentò. Dieci anni di carcere

di Davide Soattin | 4 min

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La Procura aveva chiesto la condanna a nove anni, alla fine gliene sono stati inflitti dieci con l’applicazione, una volta finito di scontare la pena, per altri dieci anni, delle misure di sicurezza del divieto di avvicinamento a luoghi frequentati dai minori e dell’obbligo di comunicare alle forze dell’ordine ogni suo spostamento.

Si è chiusa così, almeno in primo grado, la vicenda processuale a carico di Bruno Minute, il 31enne di nazionalità bulgara accusato di violenze sessuali continuate e aggravate per una serie di fatti avvenuti nel Ferrarese – tra gennaio e ottobre 2016 – nei confronti di un ragazzo che, in quel periodo di tempo, era minorenne.

La sentenza è arrivata durante la mattinata di ieri, mercoledì 16 ottobre, col collegio del tribunale di Ferrara – presidente Piera Tassoni con a latere i giudici Giuseppe Palasciano e Rosalba Cornacchia – che ha anche condannato il 31enne al pagamento di una risarcimento pari a 50.000 euro alla vittima che era stata adescata.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il ragazzo – oggi maggiorenne – era entrato in contatto con l’imputato attraverso l’app Blablacar, con cui quest’ultimo si era offerto di andarlo a prendere con l’automobile per portarlo in una discoteca della città. Una volta caricato il giovane, però, l’uomo si era diretto in un parco alla prima periferia della città e, stando a quanto raccontato dalla vittima, aveva costretto il minore a subire atti sessuali mentre era sul sedile posteriore della vettura, dietro la minaccia di conseguenze per la famiglia dell’adolescente in caso di rifiuto.

Ma non solo, per la Procura, l’odierno accusato aveva anche chiuso le portiere dell’auto e legato il minorenne con un laccio, abusando di lui mentre filmava la scena. Per il ragazzo fu l’inizio di un incubo da cui riuscì ad uscire solamente molte settimane dopo e con tanta sofferenza. Tant’è che, dopo quell’incontro, il 31enne bulgaro – secondo il quadro accusatorio – lo aveva contattato altre volte, obbligandolo a girare altri video dal contenuto sessuale e ricattandolo di pubblicare sui social il video del primo abuso, qualora non avesse ubbidito alle sue volontà.

Sentito in aula, l’imputato aveva ammesso l’adescamento online e di essersi fatto inviare video pornografici dalla vittima, ma aveva negato di averla incontrata personalmente, respingendo quindi l’accusa di aver violentato il minore dopo averlo fatto salire sull’automobile. Motivo per cui, durante la propria arringa, l’avvocato difensore di Minute ne ha chiesto l’assoluzione, dicendo che “non c’è prova adeguata e sufficiente” per condannare il suo assistito che, secondo la difesa, era stato protagonista di “un gioco consensuale di trasmissione video di momenti erotici” con la vittima.

L’accusato però non sarebbe nuovo a questo tipo di episodi, dal momento che nel 2021 era già stato condannato in primo grado dal tribunale di Venezia a 2 anni e 4 mesi di reclusione per il reato di violenza sessuale continuata su minore, tentata violenza sessuale su altri ragazzini, sostituzione di persona e detenzione e scambio di materiale pedopornografico risalenti al 2017.

In quel frangente, il giudice ne aveva riconosciuto la continuazione con la pena confermata in Cassazione (per gli stessi reati) a 6 anni, 6 mesi e 20 giorni per un totale di quasi nove anni di carcere, essendo stati accorpati alcuni fatti contestatigli nel 2015 a danno di tre minorenni – due raggiunti su Facebook sotto falso nome, il terzo adescato in discoteca – costretti a compiere e a subire atti sessuali, sempre dietro minaccia.

A far partire le indagini, in quell’occasione, fu la denuncia della famiglia di uno di loro, con gli inquirenti che trovarono nei due telefoni dell’uomo quasi 2mila immagini e video di minori in atti sessuali.

Alla fine, venne rinviato a giudizio con quattordici capi di imputazione. Tre violenze sessuali su minori, altre tre tentate e altri otto tipi di reati, tra cui violenza privata e produzione, detenzione e scambio di materiale pedopornografico per un totale di 9 anni di reclusione in primo grado, poi ridotti in Corte d’Appello a 6 anni, 6 mesi e 20 giorni, come confermato dalla Cassazione, oltre che al pagamento di un risarcimento di quasi 40mila euro nei confronti delle vittime.

Precedenti specifici su cui, sempre durante la discussione in aula di ieri mattina, il legale di Minute aveva chiesto ai giudici ferraresi “di non ritenere colpevole” il suo cliente “solo perché era già stato condannato in precedenza per fatti simili”. Il collegio del tribunale però non è stato dello stesso avviso e, dopo circa due ore di camera di consiglio, ha deciso di condannarlo a dieci anni. Dopo la sentenza, il 31enne è stato riaccompagnato in carcere dagli agenti della polizia penitenziaria, dove continuerà a scontare la propria pena.

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