Accanto ai lavoratori della Regal Rexnord, davanti alla sede di Confindustria, in attesa dell’incontro delle rappresentanze sindacali con i vertici aziendali, anche diversi esponenti del Pd tra cui l’assessore al bilancio della Regione Emilia Romagna e candidato alle prossime elezioni Paolo Calvano, la candidata dem Carlotta Gaiani e il segretario provinciale del partito Nicola Minarelli.
“Per noi – dice Minarelli – è assolutamente fondamentale stare a fianco dei lavoratori in un momento particolarmente complicato e a dir poco incredibile nel momento in cui stiamo parlando di un’azienda che ha tutto tranne che problemi economici. Siamo di fronte a una chiara scelta di delocalizzazione esclusivamente per questioni economiche e di profitto. Siamo qui a testimoniare la solidarietà politica oltre che personale di quelli che sono qui oggi nel dire che ci attiveremo per fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per essere a supporto della causa”.
“Siamo qua – aggiunge Paolo Calvano -, così come ero ieri davanti ai cancelli della fabbrica, per esprimere vicinanza e solidarietà a questi lavoratori, per dimostrare loro la vicinanza della politica e delle istituzioni. Al pari di quello che hanno già esplicitato i sindacati si confida sul fatto che l’azienda decida di revocare questi licenziamenti per il modo in cui sono avvenuti e anche nel merito, essendo questa un’unità produttiva che non aveva problemi di funzionamento, di produttività e di redditività. Una decisione calata dall’alto, non spiegata a lavoratori e lavoratrici, fatta nella notte, per noi in Emilia Romagna assolutamente inaccettabile”.
“Come Regione – continua l’assessore al bilancio – siamo già pronti a convocare un tavolo di crisi regionale, lo abbiamo già comunicato ai sindacati, stiamo aspettando che la proprietà dell’azienda ci dia la sua disponibilità. Istituiremo il tavolo per cercare di tutelare al meglio i lavoratori, le lavoratrici e il tessuto produttivo di Ferrara”.
“La nostra presenza – rimarca anche Gaiani – vuole essere di sostegno ai lavoratori e ai sindacati”. La candidata dem sottolinea “aspetti di drammaticità per come è stata data la notizia e per come è stata assunta la decisione in un’azienda dove gli indici di produttività e il fatturato vanno bene. Non solo una solidarietà ma un sostegno con l’intenzione di portare al centro dell’attenzione istituzionale una vertenza con dimensioni così grandi per la nostra provincia”.
Calvano contestualizza anche come questa si inserisca “dentro un panorama obiettivamente molto complicato”. “Quello che è stato annunciato da Berco – prosegue – è molto molto molto preoccupante perché sono numeri rilevantissimi per quanto riguarda gli esuberi” senza dimenticare “il tema dell’azzeramento del contratto aziendale”. Questa “rischia di essere un’operazione molto pensate dal punto di vista sociale quindi anche qui come regione faremo di tutto per cercare di spingere la proprietà in un’altra direzione, una direzione di tutela dei lavoratori e delle lavoratrici e del sistema produttivo”.
“È chiaro – conclude – che la questione Berco merita un tavolo di crisi nazionale e che ci sia una presa di posizione forte anche da parte del ministero che sia assolutamente collaborativo e funzionale nel dare risposte ai lavoratori e alle lavoratrici e a questo territorio”.
Attestati di solidarietà arrivano anche da Rifondazione Comunista e Azione che hanno inviato una nota stampa.
“Si tratta di un comportamento inaccettabile, irrispettoso per le persone e per il territorio, – commenta il co-segretario regionale di Rifondazione Comunista Stefano Lugli – è una modalità che condanniamo senza appello e che non ha nessuna logica visto che poco tempo fa la proprietà aveva prospettato alle maestranze l’assorbimento di ulteriori lavorazioni.”
“Non accetteremo licenziamenti né alcuna riduzione dei livelli occupazionali e saremo al fianco dei lavoratori in questa vertenza – commenta la segretaria della federazione di Ferrara Stefania Soriani – Siamo di fronte all’ennesimo caso di chiusura a tradimento e ci chiediamo cosa aspettano le istituzioni a correggere norme che consentono di chiudere una fabbrica dalla sera alla mattina via pec.”
“Quello che sta accadendo a Masi Torello – dice Danny Farinelli segretario di Azione Ferrara – è, però, solo un segnale di ciò che si sta verificando a livello nazionale. Siamo agli albori di una contrazione economica molto rilevante, che il governo non sta affrontando adeguatamente. Lo dimostrano le note e la presentazione del piano strutturale di bilancio, in cui si richiede che tutti i soggetti economici italiani partecipino ai sacrifici per ridurre il debito pubblico. Tuttavia, si specifica che le famiglie non saranno coinvolte in questi tagli, il che lascia intendere che saranno le imprese a farsi carico delle difficoltà”.
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