Economia e Lavoro
10 Ottobre 2024
Quando lo hanno saputo stavano lavorando: "Non hanno neanche avuto il coraggio di guardarci in faccia e dircelo, lo hanno lasciato fare ai funzionari del sindacato"

Rexnord. I lavoratori: “Lunedì mattina ci è crollato il mondo addosso”

di Pietro Perelli | 2 min

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“Lunedì mattina ci è crollato il mondo addosso”. A raccontarlo sono alcuni dei lavoratori della Regal Rexnord che ieri mattina si sono ritrovati in presidio davanti a Confindustria mentre i rappresentanti sindacali hanno incontrato i vertici aziendali. “Non hanno neanche avuto il coraggio di guardarci in faccia e dircelo – dicono del licenziamento -, lo hanno lasciato fare ai funzionari del sindacato”.

“C’è stata subito disperazione e sconforto – continuano – per quello che è successo. Non riuscivamo neanche a capire quello che stava succedendo perché stavamo lavorando”. Tra loro ci sono persone che hanno iniziato a lavorare anche trent’anni fa, quando l’azienda era ancora Tollok. “Io ci lavoro da 10 anni”, ci dice una signora il cui marito è dipendente Berco, accanto a lei un’altra dipendente dell’azienda da 23 anni.

“Sapevamo – raccontano – che c’era un calo di ordini ma mai avremmo pensato a una cosa così anche perché non avevamo mai fatto ore di cassa integrazione o comunque usato ammortizzatori sociali”. All’incontro che i sindacati avevano avuto con l’azienda era stato detto “che a settembre si sarebbero incontrati nuovamente e magari si poteva pensare di aprire la cassa integrazione per via di questo calo”.

“Eravamo tranquilli – rimarcano -, addirittura c’è chi ha fatto straordinari fino a due settimane fa, niente ci faceva pensare che succedesse questa cosa e trovarci licenziati di punto in bianco”.

Fini alla fine dell’anno, come gli annunciati esuberi Berco, avranno ancora un lavoro poi non sanno e sono ancora più sconcertati dal fatto che i bilanci aziendali fossero positivi. “Non ci sono debiti, non siamo in perdita” e, stando a quando gli ha comunicato “chi lavora in ufficio, soldi ce ne sono. Per l’ultimo mese prevedevano il fatturato migliore”.

Insomma, sarebbe “il classico gioco delle multinazionali”, che anche in un quadro positivo, decidono di delocalizzare per massimizzare i profitti.

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