di Elisa Fiorini
Ferrara è una città di donatori e responsabile verso il prossimo. Sono questi i punti emersi durante l’ultima commissione consiliare, dove un’istituzione per l’Avis estensecome Sergio Mazzini ha raccontato come la città estense si distingua sempre di più per le proprie donazioni di sangue.
Sarà il 26 ottobre la 57ª edizione della festa sociale Avis, che si svolgerà presso il Rivana Garden. “Ferrara si è sempre distinta per la sua capacità di donazione”, ha detto l’assessora Cristina Coletti prima di lasciare la parola al presidente comunale Mazzini.
“Guardando i numeri, ci si rende conto dell’importanza che ha Avis per questa città – esordisce orgoglioso Mazzini –. Gli ultimi dati ci spiegano come, analizzando i periodi da gennaio a settembre del 2023 e del 2024, il numero di donatori sia salito di 120 unità. Nel comune di Ferrara ci sono 5760 donatori, ripartiti tra maschi e femmine, con un’alta percentuale di donne, un dato importante che è stato consolidato: le donne sono coraggiose” sorride il presidente.
Avis fonda gran parte del proprio operato sui volontari, “che al momento toccano quota 80. Abbiamo scelto la strada che ci porta a essere in mezzo alla gente”. Se c’è un dato che è davvero una grande fonte di orgoglio per Avis ferrarese è quello legato alle scuole e alle università.
“A Ferrara hanno donato 257 ragazzi delle superiori e 293 dell’università: ciò vuol dire che siamo dentro a questi luoghi”. Ci sono stati e ci sono grandi progetti nel cantiere di Avis, come quelli relativi al diabete o al corretto utilizzo dei farmaci, quello degli atleti “donaolimpici” o del Giardino dei Donatori (ogni 50 donatori è stato piantano un albero presso l’ospedale di Cona).
Per non parlare dello splendido progetto per incentivare alla donazione le persone con disabilità, dato che “tra i nostri donatori sono presenti non vedenti e sordomuti. Ferrara ha sempre dimostrato di avere un forte senso di responsabilità” conclude Sergio Mazzini.
Ospite della seduta è stato anche Federico Gavioli, direttore dell’Avis provinciale di Ferrara. Tra i vari temi esposti c’è stato quello relativo al tempo di riposo di un donatore che si reca a donare, “che spesso viene confuso: si ha diritto a 24h di riposo a partire dal momento della donazione”.
Ferrara è una città in crescita rispetto al livello medio provinciale: “La percentuale di crescita dell’andamento medio di raccolta a livello regionale in Emilia-Romagna è del 2,4%, mentre la provincia di Ferrara viaggia sul 2,8%. Sono aumentati donatori e donazioni, e il numero di soci Avis sta per toccare cifre mai viste prima, le 13mila unità, con un’età media, per giunta, che si abbassa sempre di più. Questo accade arruolando giovani donatori”.
Per quanto riguarda il sangue intero l’Emilia-Romagna è sempre stata una regione autosufficiente, mentre per quanto riguarda la donazione di plasma no. “Se ne raccoglie circa l’80%, per cui la nostra regione deve riceverla altrove. Quella del plasma è la nostra sfida del futuro” conclude Gavioli.
Infine, è intervenuto Gianluca Lodi, primario del centro trasfusionale Arciospedale C, che ha subito spiegato come “il nostro servizio nasce in stretta collaborazione con Avis. Vogliamo ottimizzare al meglio le risorse che arrivano attraverso un atto di volontarietà, tutelando sempre per primo il donatore. La nostra è una grande responsabilità nei confronti di un cittadino che si rivolge a noi per donare sangue, per cui è importante farne un uso appropriato. In media i nostri pazienti ai quali è garantito il servizio di trasfusione sono 4800”.
Ancora una volta Ferrara si distingue in una statistica molto importante: “La nostra è la provincia con il più alto numero di pazienti politrasfusi: se abbiamo questa marcia in più, per gran parte è merito di Avis”. Sempre in merito alla carenza di donazioni di plasma Lodi è stato chiaro: “Serve convincere il donatore che la donazione di plasma è importante tanto quella di sangue intero”.
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