di Stefania Scarfò
Dopo l’avvocato Fabio Anselmo, è toccato alle avvocatesse Alessandra Pisa e Silvia Galeone, legali della famiglia Bergamini, affrontare le proprie arringhe, in Corte d’assise a Cosenza, nel processo sulla morte di Denis Bergamini che vede come unica imputata, con l’accusa di omicidio volontario in concorso con ignoti, Isabella Internò.
L’intervento dell’avvocato Pisa ha riguardato due aspetti: il primo il comportamento di Isabella Internò subito dopo la morte dell’ex calciatore del Cosenza, il secondo alcuni aspetti medico-legali.
Quanto al comportamento dell’imputata, Pisa sottolinea come la donna “non si sia proprio curata del corpo di Denis”. In un’intercettazione ambientale con il marito Luciano Conte, l’uomo le chiede “Ma tu non sei proprio andata a vedere il corpo?”.
Pisa ricorda poi le testimonianze di Pisano (l’autista del camion che ha investito il corpo ormai esanime o in limite vitae di Denis) e di Panunzio (l’uomo che la accompagnerà a fare le prime telefonate al bar da Infantino).
Ad entrambi Internò chiederà subito di essere accompagnata a Cosenza ed entrambi le fanno notare che prima dovrebbe chiamare i carabinieri e fare la sua deposizione.
Una volta da Infantino la Internò non chiama i carabinieri, né la famiglia Bergamini per avvisarli di quanto accaduto, bensì il Motel Agip dove era la squadra per parlare con l’allenatore del Cosenza Luigi Simoni e con Ciccio Marino.
A confermare la volontà della donna di voler andare a Cosenza è anche suo cugino Roberto Internò che dice di esser andato a Roseto per riprenderla e racconta che alla volontà della donna di esser portata al Motel Agip lui le avrebbe risposto “Se non ti picchia tuo padre ti picchio io!”.
Secondo Pisa il suo intento è quello di “riprendersi l’immagine che Bergamini le aveva tolto, ossia l’immagine di lei come sposa e compagna di Bergamini”. Nel momento in cui Denis muore, sostiene l’avvocata, Isabella si riappropria di quello status che Denis, lasciandola, le aveva tolto. Lei voleva far parte di quell’ambiente e torna quindi a Cosenza come vedova di Bergamini (sebbene i due non stessero insieme ormai da mesi).
Altro momento clou per descrivere il comportamento dell’imputata è il funerale di Denis. “Lei è lì e si prendere la scena – afferma Pisa – come tutta la sua famiglia. Isabella interpreta una parte, vive un dolore finto”. Anche nei giorni dopo la sua preoccupazione non è per quello che è successo a Denis, bensì per la sua reputazione. A Galeazzi chiede se qualcuno possa avercela con lei e se lui creda o meno alla sua versione dei fatti. Conclude Pisa: “Si preoccupa di allontanare da sé i sospetti di omicidio”.
Quanto al secondo aspetto, gli elementi medico-legali, Alessandra Pisa si sofferma sulle evidenze scientifiche smontato la tesi fornita dalla consulente della difesa Innamorato, che attribuisce l’enfisema polmonare acuto – da tutti individuato sul corpo del ragazzo a fenomeni putrefattivi – a fenomeno cronico. “Le prove scientifiche dicono altro – asserisce Pisa –: Denis era un calciatore sano, in buona salute”.
L’avvocata Silvia Galeone ricostruisce, invece, quello che, a suo dire, è il falso alibi che si crea la famiglia Internò per il pomeriggio del 18 novembre 1989. Sono diversi i soggetti coinvolti, i genitori di Isabella, Concetta Tenuta e Francesco (zio Franco) Internò, il fratello di quest’ultimo Alfredo con sua moglie, i 4 figli della coppia, Roberto, Dino Pippo, Loredana e Giuliana Internò, con i rispetti consorti o compagni. Con ruoli e funzioni diversi, tutti coinvolti, secondo l’accusa, nella costruzione di un alibi falso per nascondere la verità.
Sono 11 le versioni differenti raccontate dai protagonisti in merito quella famosa cena a Santa Chiara a Rende, a casa di Alfredo Internò, versioni che cambiano negli anni e che, sottolinea Galeone “invece di perdere dettagli come potremmo attenderci con il passare degli anni, via via si arricchiscono di nuovi particolari”.
Chi c’era quel pomeriggio a Santa Chiara? Concetta Tenuta, Roberto Internò, Michelina Mazzuca (moglie di Roberto), Dino Pippo Internò, Luigi D’Ambrosio e Francesco Arcuri. Tutti forniranno versioni diverse in merito a più aspetti: i presenti alla cena, chi telefonò a casa di Alfredo Internò e con chi parlò, chi partì alla volta di Roseto per recuperare Isabella.
Versioni difformi, incongruenti, non solo tra i diversi componenti della famiglia ma anche rispetto al momento delle dichiarazioni. Singolare il caso di Michelina Mazzuca che cambia ben 4 versioni. Galeone ricorda l’intercettazione ambientale registrata a cavallo tra le due sue audizioni in Procura (2013-2017) nella quale la donna riceve indicazioni dal marito in merito a cosa deve dire e cosa no e al termine della quale afferma “Gesù Cristo dovrebbe farti a pezzi come Bergamini”
Su questa intercettazione torna anche l’avvocato Fabio Anselmo cui spettano le conclusioni della discussione delle parti civili: “Nel corso di quella intercettazione vengono fatti i nomi dei possibili responsabili dell’omicidio di Denis. Michelina Mazzuca si preoccupa di dire al marito di aver difeso lo zio Franco, Dino Pippo e Isa. Perché parla di loro e non di tutta la famiglia? Perché difende loro e non altri? Perché sono loro che andavano difesi. Sono loro i responsabili”.
Si torna in aula giovedì per la prima di due udienze (l’altra è prevista per lunedì 20 settembre) dedicate alle arringhe difensive.
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