Comacchio. “Ora che siamo giunti al capolinea di questa giunta di destra-centro, proviamo a fare un bilancio di questi quattro anni di governo della città rispetto al massimo bene del nostro patrimonio ambientale”. Inizia così Sandra Carli Ballola de La citta futura-M5S nel delineare come, a suo parere, l’attuale amministrazione comacchiese “non sia in grado di assolvere le proprie funzioni”.
“Ci segnalano in questi giorni – scrive -, prima delle piogge, acqua alta in Valle: chiaro segno di una mancata regolazione delle acque che ha come conseguenza una diminuzione del pescato, quando proprio inizia la stagione delle sagre. Ad una breve indagine risulta che le chiaviche non funzionano, se pur azionate disporrebbero di paratoie datate e non efficienti”.
Sembra però “che a nessuno interessi (Parco, Comune)”.
“Poco tempo fa – prosegue – sulla stampa è stato segnalato il collasso dell’argine della Società Lavadena, contiguo al nuovo ‘Argine degli Angeli’: ciò determina la commistione di acque pubbliche e private e quindi la difficoltà di controllare la salubrità e il patrimonio ittico delle valli di Comacchio. Ma sembra che a nessuno interessi (Parco, Comune, Regione). Perchè non si pensa all’acquisizione pubblica della Lavadena?”
Infatti “anche dopo la costruzione del nuovo Argine degli Angeli, che ne era una condizione sine qua non, continua ancora ad essere irrisolta la questione proprietaria della Penisola di Boscoforte; nel Protocollo d’intesa del 2008, si prevedeva la cessione gratuita da parte della Società Valli meridionali alla Regione, che l’avrebbe poi data in concessione all’Ente Parco, dell’area meridionale di Boscoforte”.
Il Protocollo poi non sarebbe “mai stato ratificato dalla Regione, perché? Eppure per attuarlo è stato costruito l’Argine degli Angeli, costato 5 milioni di denaro pubblico, che delimita le diverse proprietà. Anzi con la Convenzione siglata nel 2023 tra Regione, Ente Parco, e Società Valli meridionali (attuali proprietari) la parte meridionale di Boscoforte viene concessa al Parco per renderla fruibile in cambio di 60.000 euro all’anno (denaro proveniente dalla Regione). Tale Convenzione è stata stipulata senza il Comune di Comacchio e ignorando il Protocollo del 2008”.
“Perché – domanda Carli Ballola – il Comune di Comacchio non ha fatto sentire la sua voce?”
Nei quattro anni di giunta Negri con assessore all’ambiente Cardi, “non è stato affrontato il tema della vallicoltura e le valli sono state abbandonate; lo scorso Natale, per la prima volta nei secoli, c’è stato il rischio che le anguille di Comacchio non fossero distribuite. La sapiente attività secolare, presente nelle enciclopedie del Settecento, che ci ha contraddistinto nel mondo, non è stata ritenuta degna di essere pensata e progettata”.
Così, “mentre l’università di Bologna, nella sede di Cesenatico, col prof. Mordenti, sperimenta la riproduzione dell’anguilla in cattività e ne studia le abitudini (così come abbiamo saputo negli incontri promossi dall’associazione La città invisibile), l’amministrazione di Comacchio latita. Perché?”
“A quando – continua a domandare – un progetto per la sistemazione idraulico ambientale delle valli, usando anche i fondi PNRR attribuiti al Parco? A quando una ripresa della vallicoltura?”
“La nostra richiesta – spiega – di discuterne in consiglio comunale creando un gruppo di lavoro è stata prima accolta poi abbandonata senza spiegazioni.”
E allora “cosa fa e cosa propone l’assessore Cardi nel Comitato esecutivo del Parco, dove rappresenta la proprietà?”
“Appare evidente – conclude – che questa amministrazione non sia capace di assolvere le proprie funzioni e di compiere le politiche necessarie all’organizzazione del suo ambiente materiale a cominciare dalla valorizzazione di quel patrimonio come la Valle, dato oggi in concessione al Parco, la quale nei secoli passati fu fonte di sostentamento per la popolazione e che oggi è dimenticata”.
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