Pessime condizioni idrogeologiche, dovute “alla pluridecennale mancanza totale di manutenzione”. Sono quelle che denuncia Francesco Rendine, consigliere comunale della lista civica a sostegno di Alan Fabbri, per la risvolta di Cona del Po di Volano, conosciuto come Po Vecchio.
La situazione – racconta Rendine – era già stata portata alla luce dall’associazione i Barcar ad Puatel (i Barcaioli del piccolo Po) a cui il consigliere, ormai da decenni, concede gratuitamente un terreno di sua proprietà a Cocomaro di Cona, sull’argine del Po di Volano, dove è stata installata una tettoia per ricovero di barche a remi del tipo di quelle usate nel passato dai pescatori di storioni sul Po.
L’associazione, di cui Rendine è socio onorario, ha segnalato lo stato di salute del tratto alla Regione nel 2011 ma, “non avendo avuto nessuna risposta, nonostante da decenni paghi annualmente alla stessa una tassa per la concessione della tettoia posizionata nel canale a protezione delle barche, negli anni successivi ha cessato di inoltrare qualunque segnalazione nonostante la situazione peggiorasse”.
“Chiunque – dice Rendine – può constatare come la crescita spontanea di cormofite sulle sponde causi gravi problemi al flusso idrico, giacché gli eventi meteorologici estremi, che sempre più frequentemente colpiscono il nostro territorio, erodono parte della sponda prossimale il corso favorendo la caduta degli alberi nel corso d’acqua, alberi che quando raggiungono dimensioni ragguardevoli potrebbe cadere solamente per gravità. Detti fenomeni oltre ad ostacolare il libero flusso dell’acqua, provocando accumuli di detriti nel canale che possono sbarrarlo, inducono disomogeneità con buchi e accumuli di terra sulla sponda che rende più fragile il sistema idrico”.
“Non solo, gli alberi caduti in acqua, accumulando detriti e carogne, contribuiscono a creare – prosegue – dei piccoli ecosistemi che favoriscono la vita delle nutrie, parimenti alle buche prodotte dalle cavità sulle sponde generate dalle piante cadute”. Rendine inoltre chiede chiarimenti relativamente a quanto aveva avanzato nel 2011 l’associazione, denunciando una “copiosa presenza di canne infestanti sulle sponde del fiume”. Un fenomeno però che, non si sa “per quale ragione biologica e fisica”, è completamente cessato”.
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