Già da qualche tempo lo stato di agitazione è aperto ma il dialogo tra sindacati e Clara continua perché i primi vogliono più investimenti per risolvere la situazione che vede i dipendenti dell’azienda costretti, così denunciano, a lavorare su mezzi vetusti e sporchi oltre che essere sotto organico. “Il forte malessere” è stato palesato durante una serie di incontri con i dipendenti avvenuti ormai un mese e mezzo fa e che ha reso noti tre problemi principali spiegati da Fabio Campagna (Fp Cgil): “La tenuta dei mezzi ormai vecchi e usurati, la mancanza di stazioni di lavaggio e quella di un’officina mobile”.
Inoltre dei 400 dipendenti di Clara solo il 50% ha compiti operativi, di questi una parte consistente è addetta alla raccolta porta a porta. Un numero che, pur ritenuto adeguato dall’azienda, non è sufficiente secondo Cgil, Cisl, Uil e Fiadel rappresentate rispettivamente dal già citato Campagna, da Massimiliano Vicentini, da Sara Minelli e Riccardo Cestari.
Per migliorare la situazione i sindacati chiedono tempistiche certe per gli investimenti che Clara, a quanto dicono, ha già presentato ad Atersir per poter ottenere l’affidamento quindicennale dei servizi in quasi tutti i comuni della provincia (esclusi Ferrara e Argenta). Aspettano dunque un documento sottoscritto dall’azienda per il 3 settembre quando, nella sede di Copparo, si siederanno attorno a un tavolo per discutere proprio di questo. Una riunione decisa durante il tavolo di conciliazione tentato il 20 agosto in prefettura.
“Il punto focale secondo noi – dice Minelli – è che Clara ha depositato un piano industriale dove è previsto un investimento sui mezzi e ad otto mesi dall’affidamento di 15 anni non ha ancora iniziato a metterlo in pratica”. Investimenti che non chiedono tutti e subito ma “almeno avere date certe” con un piano dettagliato.
Sul fronte dipendenti invece risulterebbero carenze ancora più marcate durante il periodo estivo quando le ferie, sommate a malattie e permessi di altra natura, possono dimezzare il numero degli addetti con turni di raccolta in solitaria. Questo comporta chiaramente minore efficienza del servizio visto che l’autista deve salire e scendere dal mezzo invece di alternarsi con il collega, cosa che rende anche il lavoro più agevole. Il 20 agosto scorso a Ostellato pare mancassero 20 dipendenti su 40 mentre a Jolanda 20 su 80, in buona parte a causa delle ferie. “Almeno durante il periodo estivo – dice Campagna – servirebbe un 20% di personale in più”.
Ultimo punto ritenuto rilevante è legato ai premi di produzione su cui si chiede maggiore chiarezza. Questi sono infatti legati alla percentuale di raccolta differenziata sulla quale però i lavoratori spesso possono fare poco. L’esempio riportato è quello delle Isole di flessibilizzazione presenti a Bondeno, Vigarano Mainarda e Scortichino, dei luoghi in cui i residenti possono accedere con la bolletta e conferire anticipatamente (rispetto alla raccolta porta a porta) il rusco qualora fosse necessario. Durante il giorno è presente un operatore per l’accesso mentre fuori dall’orario lavorativo è comunque possibile accedere grazie all’automatizzazione del cancello apribile con la bolletta. Ormai però capita sempre più spesso che la mattina l’operatore debba chiamare il ragno per liberare il passaggio di ingresso visto che molte persone lanciano direttamente oltre il cancello i sacchetti della spazzatura. Questa tipologia di indifferenziato che viene a crearsi non dovrebbe essere considerata nei calcoli per i premi di produzione visto che il dipendente non ha nessuna possibilità di intervento.
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