Fabio Anselmo ha presentato l’interrogazione sulla presenza illegittima dell’addetto stampa di Nicola Lodi all’udienza camerale a cui non è consentito l’accesso.
“Questo episodio – scrive l’ex candidato sindaco – è solo l’ultimo di una serie di episodi discutibili di cui si è reso protagonista l’assessore Lodi, spesso peraltro proprio verificatisi nelle aule di giustizia. Ad esempio, in concomitanza della celebrazione di alcune udienze di procedimenti penali in cui l’assessore Lodi risultava imputato, egli ha attirato l’attenzione della stampa recandosi in Tribunale accompagnato, senza che ve ne fosse ragione alcuna se non legata a motivi di mera propaganda, da agenti della Digos, consiglieri, assessori e noti imprenditori con interessi legati al Comune di Ferrara”.
Chiede quindi al sindaco “se era a conoscenza dell’intenzione dell’addetto stampa dell’assessore Nicola Lodi di presenziare all’udienza camerale; quali azioni disciplinari intende intraprendere nei confronti dell’addetto stampa che ha violato le norme procedurali e soprattutto, dell’assessore Lodi qualora si accertasse che egli era a conoscenza dell’intenzione di agire in questo modo da parte del proprio addetto stampa, se lo abbia in qualche modo incoraggiato a farlo o se, comunque, non gli abbia intimato di desistere considerata l’illegittimità dell’azione; quali misure saranno adottate per garantire che eventi simili non si ripetano in futuro, assicurando il rispetto delle norme giuridiche e deontologiche; come intende garantire una comunicazione trasparente e imparziale con tutti gli organi di stampa; quali rassicurazioni può fornire ai cittadini riguardo al rispetto della legalità e alla fiducia nelle istituzioni comunali, spesso coinvolte in episodi simili” e “come giustifica l’uso delle risorse pubbliche per azioni che violano la legge e la deontologia professionale”.
Questo alla luce di alcune considerazioni dato che “la presenza di una persona non autorizzata in un’udienza camerale costituisce una chiara violazione del codice di procedura penale, che tutela la riservatezza di tali udienze (art. 127, comma 6 del codice di procedura penale)”. Anselmo sottolinea come la responsabilità dell’accaduto ricada “indubbiamente sull’addetto stampa che ha violato le norme, ma anche su chi abbia eventualmente fornito l’indicazione di agire in tal senso o ne abbia avallato l’intenzione, senza invitarlo a desistere in considerazione della grave violazione delle norme procedimentali che ciò ha comportato”.
C’è poi da considerare l’impatto su trasparenza e fiducia poiché “tali azioni minano la fiducia nelle istituzioni, alimentando dubbi sulla trasparenza e correttezza delle procedure giudiziarie”. Infine il ruolo dell’informazione dato che nell’articolo redatto da Estense.com viene specificato “che l’addetto stampa dell’assessore Lodi non si è limitato a prendere parte all’udienza, ma ne ha altresì fornito resoconto ai giornalisti, inviandolo a diverse testate locali, ad eccezione proprio di Estense.com, evidenziando così un tentativo di boicottaggio e manipolazione dell’informazione”.
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