Attualità
27 Giugno 2024
Il presidente di Istoreco Reggio Emilia e Max Collini presentano “Storie di antifascismo senza retorica” e danno il via alla serie di dibattiti al centro sociale il Parco con gli Emergency Days

Arturo Bertoldi: “Io e Max due comunisti d’acciaio. Il libro è dedicato alle nostre mamme”

di Redazione | 3 min

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di Elena Coatti

L’antifascismo non ha bisogno di retorica. Né di eroi. Sono i racconti della gente comune a farci comprendere che periodo terribile è stato per chiunque, il fascismo. Così due compagni (letteralmente) di una vita, Max Collini, voce degli Offlaga Disco Pax prima e di Spartiti poi, e Arturo Bertoldi, presidente di Istoreco Reggio Emilia, li hanno raccolti in “Storie di antifascismo senza retorica”. 

La storia delle storie con i due autori e Gianluca Morozzi, musicista, conduttore radiofonico e autore di saggi, racconti e graphic novel, ha dato il via nella serata di martedì 25 giugno agli Emergency Days presso il centro sociale il Parco. “Storie brevi e dense perché sono piccole vicende – spiega Morozzi -, la maggior parte ispirati a eventi reali e altre più fantasiose”. Un libro che è uscito in un momento particolare per il Paese, che si ritrova un governo di “destra destra”, e che tramite un “linguaggio diverso da quello che troviamo nei libri di storia”, dice Collini, oggi è alla quarta ristampa in soli quattro mesi.

Ma come è nata questa collaborazione? “Io e Max Collini ci conosciamo e frequentiamo dal secolo scorso – racconta Arturo Bertoldi – e il libro nasce da una sua idea. Max decide di fare uno spettacolo dal titolo omonimo che va molto meglio di quanto immaginavamo, con una serie di storie alcune scritte da me e altre da lui”. Va così bene questo spettacolo che sarà Giuseppe Civati a contattarli e a proporre loro di trasformarlo in un libro. “Siamo due militanti comunisti d’acciaio – continua Bertoldi – e abbiamo dedicato il libro alle nostre mamme”.

“Sono tutti racconti che abbiamo riempito di retroscena – interviene Collini -. Alcuni sono brani degli Offlaga Disco Pax con qualche aneddoto o sul perché sono stati scritti. A volte sono più interessanti le spiegazioni o le note a margine che non il racconto in sé”. La voce narrante del “Socialismo tascabile” si descrive come un pigro procrastinatore e afferma che “se non fosse esistito Arturo Bertoldi non avrei mai scritto le cose che ho scritto”. “Ho iniziato a scrivere grazie a un suo racconto intitolato ‘Il piccolo consumatore’ che, in una versione editata più breve, è diventato uno dei cavalli di battaglia degli Offlaga, ossia Cinnamon”. 

“In questo libro sono finite storie personali che possono essere anche collettive. Ci sono tanti motivi per cui abbiamo continuato a collaborare perché abbiamo fatto tante cose insieme – continua Collini -, a partire da quando eravamo giovani e militanti di un partito che non esiste più da trent’anni”. Partito che, ci tiene a precisare Bertoldi ironicamente, non era il Partito liberale e nemmeno Democrazia cristiana. La presentazione prosegue intervallata dalla lettura di alcune storie tratte dal libro, certe più dure come l’estratto dal testo sulla strage di piazza Fontana di Giorgio Boatti e altre decisamente esilaranti come “Sendero luminoso”, quando Max e Arturo nel 1986 scrissero un documento scherzoso e provocatorio in occasione dell’assemblea nazionale della Federazione giovanile comunista italiana. 

Tra i ventitré racconti del libro, ce n’è uno che ha particolarmente colpito Bertoldi. È la storia di Ida e Augusta, due donne tedesche che si trasferirono nel paesino reggiano di Gombio e che grazie a una frittata riuscirono a non far radere al suolo il loro borgo dal battaglione tedesco. “A Gombio vivono una sessantina di persone e, se vi capiterà di andarci, troverete una bella casa in sasso, molto verde, un campanile, una chiesa, qualche gallina, un circolo Arci. E una storia bellissima”.

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