di Nicolò Govoni
“Pazienza finita: Tacopina vattene!”. È lo striscione che apre il corteo dello zoccolo duro del tifo estense: più di un centinaio di sostenitori si è ritrovato ai piedi del Savonarola alle 19:30 di mercoledì sera per recarsi sotto casa del presidente biancazzurro, e chiedere a gran voce – e senza mezzi termini – di vendere la società e andarsene da Ferrara.
Tanto silenzio e pochi fatti concreti: è questa la situazione odierna in casa Spal a più di un mese e mezzo dalla chiusura dell’ultimo, travagliato campionato. Silenzio che si aggiunge alla preoccupazione che dilaga in città: mancati i primi rinnovi importanti, Di Taranto in uscita verso Cesena, senza un allenatore e alcuna notizia del progetto per il futuro, è ancora una volta la Curva Ovest in prima fila per salvaguardare la storia e il bene della Spal.
A meno di un mese dall’inizio del ritiro, in città nessuno sa niente. “Pretendiamo il rispetto, devi andartene”: così tra bandiere e fumogeni parte il corteo degli ultras, che attraversano Piazza Castello. Il bersaglio della maggior parte dei cori è proprio Tacopina, rientrato nei giorni scorsi in città: “Uomo di m…a, vattene! Porteremo avanti questa battaglia finché non se ne andrà da Ferrara. Siamo stanchi, meritiamo rispetto: questo pezzo di m…a non ha capito cosa sia il calcio in Italia. Qui c’è una storia da salvaguardare, siamo noi la Spal”.
L’invito al corteo è quello di alzare il volume della voce per farsi sentire dal presidente, una volta giunti nei pressi della casa del patron biancazzurro: e nemmeno la stampa cittadina è risparmiata, condiscendente verso le scelte e le parole della società. “Siamo stanchi di gente che viene qui a giocare con la nostra storia: fuori la m…a da Ferrara, vendi e vattene”.
E questo è solo l’inizio della battaglia, promettono i ragazzi della Curva. Non resta che attendere la risposta della società: ma con i fatti, e non con silenzi, per il bene e il futuro della Spal.
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