Faccio il sovversivo 2.0
14 Giugno 2024

Dolce Enrico

di Faccio | 2 min

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L’ennesima vertenza, l’ennesima lotta, sempre contro il profitto e contro il capitale

Che la classe operaia abbia una crisi esistenziale non lo dico io, è un dato di fatto. Basti pensare che per la vertenza del 2013, quando ancora i social non invadevano le nostre menti come adesso, una sera mi alzai da tavola per andare in una sede di partito a pochi passi da casa, presi la parola e dissi  che la nostra BERCO stava per affondare e che, secondo me, il pericolo di scontri sociali tra di noi era molto vicino

Avete mai provato?

Avete mai provato ad uscire di casa alle 22,00 e fare ritorno alle 6,00 della mattina dopo e non per fare serata, ma per andare al lavoro? Avete mai provato a partire di casa quando sta per cominciare un evento serale che vi interessa? Avete mai provato ad andare...

Noi siamo la Berco

Sono giorni molto intensi quelli che stiamo affrontando in fabbrica, il clima non è per niente buono e non si lavora affatto bene, anche se la speranza che tutto si sistemi è sempre tra di noi: stiamo uniti, non dobbiamo fare l’errore di dividerci, tutti insieme per un unico scopo, cioè salvare l’occupazione e riportare Berco dove era un tempo

Dolce Enrico,

Ti ho incontrato in una serata piovosa di un po’ di anni fa, eri giovanissimo, educato e gentile, educato e gentile lo sei ancora…

Un percorso condiviso con i valori più belli del mondo, strade diverse di Partito e Movimento politico, ma poco importa…

Si, i valori più belli, quelli che ci portano, se vediamo una persona in difficoltà per qualsiasi motivo, a metterci immediatamente nei suoi panni per dare una mano.

Quelli che ci spingono ad agire non per il bene del singolo, ma per quello di tutti.
Quelli che ci spingono a studiare, conoscere e fare domande, perché capire il funzionamento delle cose è importante.
Quelli che vedono nella scuola per tutti la possibilità di riscatto per chiunque: “anche l’operaio vuole il figlio Dottore”…
Quelli che il viaggio è indispensabile, per non diventare razzisti.
Quelli che mettono i rapporti umani prima di tutto.

Poi i viaggi a Marzabotto e a Casa Cervi, il seguirti da lontano a Ventotene, lo studio della guerra di Resistenza nel nostro territorio, i Partigiani Copparesi che abbiamo conosciuto insieme, le loro storie straordinarie.
La mia casa come casa del Popolo, la chitarra di Jacopo, il vino rosso, l’Albana di Romagna, i dolci fatti da te, le tue opinioni e quelle di Stefano a confronto e ancora, la Sig.na Saugella al tuo esame di laurea, il Professore, Tiburzi e il Moro, Ale e la Giulia, la festa del 25 Aprile alla Tratta, con la mia celebre frase: “volevo solamente divulgare un po’ di Antifascismo” l’A.N.P.I, i viaggi sul furgoncino per andare a prendere le griglie, la questione morale.

Sono passati più di dieci anni da quel pomeriggio piovoso sotto i portici.
Arriviamo ad oggi, con mia figlia diciassettenne che vuole vedere il tuo programma da candidato Sindaco e mio figlio di diaciannove che ti stima, ma che vuol capire perché dovrebbe votarti.
Dibattiti accesi: “mola tut e vien con mi” risate incessanti: “a vag imbrosa prima cà scìopa tut”… indimenticabile!!!

Enrico Bassi, io lo so perché si dovrebbe votare per te: perché sei onesto e capace, studioso e riflessivo.
Perché hai una rara capacità, che è quella di unire le persone e farle appassionare mentre spieghi qualcosa con una semplicità che per me sarebbe impossibile.
Perché sei giovane, ma la vita ti ha già messo duramente alla prova.

Perché per farlo basterebbe guardare tua Mamma, la Valeria, che annuisce ad ogni tua proposta e viene voglia di fare altrettanto.

Perché ti voglio bene, dolce Enrico.

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