Contrastare le forme di illegalità realizzando attività concrete per far emergere e contrastare lo sfruttamento lavorativo in ambito agricolo. È questo il senso del protocollo d’intesa firmato da Paolo Barbieri, presidente di Legacoop Estense, Dario Alba, segretario FLAI CGIL di Ferrara e Daniele Bertarelli, presidente di cooperativa sociale Cidas alla presenza del prefetto di Ferrara Massimo Marchesiello e della direttrice dell’Inps Annalisa D’Angelo.
Soddisfatto della “grande attenzione” sul tema il prefetto Massimo Marchesiello che fin dal suo insediamento ha preso “in carico, tra le altre
questioni, anche quella del fenomeno dello sfruttamento del lavoro soprattutto nella zona che ben consociamo del Comune di Portomaggiore”. Parla di una filiera molto mobile e itinerante che si estende alla Romagna e anche alla provincia di Bologna nonostante l’epicentro nel portuense, e per contrastarla serve creare “un riferimento per chi vuole inserirsi nel settore agricolo, fornendo alternative valide e legali”. Ringrazia quindi “i sottoscrittori del protocollo per aver impostato un programma di intervento molto concreto, che mette in campo valide alternative di legalità. Auspico che, negli anni, si arrivi ad avere un presidio fisico sul territorio, per dare supporto alle vittime di sfruttamento”.
“Uscire da questa forma di schiavitù – dice Bertarelli – è possibile, attraverso percorsi di vera integrazione”. Percorsi che coinvolgano corsi di lingua e professionali per “accompagnare queste persone verso una piena autonomia economica e sociale”. Cidas vuole dare “il proprio contributo” per creare integrazione in un ambito dove i lavoratori stranieri sono triplicati negli ultimi dieci anni e dove ha potuto “constatare come i lavoratori stranieri siano i più soggetti a fenomeni di sfruttamento, da parte di caporali che approfittano del loro stato di bisogno e della scarsa consapevolezza dei propri diritti”.
Barbieri parte da lontano ricordando come la cooperazione sia nata “come modello organizzativo di emancipazione e autodeterminazione che, per tutto il ‘900, ha permesso a migliaia di lavoratrici e lavoratori di liberarsi da forme di sfruttamento e raggiungere la piena dignità professionale. Una missione che, ancora oggi, in molto contesti è quantomai attuale”. Anche Legacoop si mette così in campo, con Cidas e Cgil, con l’impegno di “presidiare il territorio, segnalando situazioni di irregolarità alle autorità competenti, e a facilitare il reinserimento lavorativo all’interno delle imprese nostre associate”.
Molto deciso anche Dario Alba che parla di “una situazione inaccettabile che non deve passare inosservata e che ci richiama, ciascuno per la propria parte, a un impegno quotidiano per prevenire e sradicare dal nostro territorio all’interno delle imprese nostre associate”. Questo accordo e la prevenzione “tanti tasselli di un puzzle, piccoli passi verso un obiettivo più grande” che va nella direzione i contrastare “condizioni di vita e lavoro degradanti, spesso approfittando dello stato di vulnerabilità e bisogno”.
Tutto ciò di cui hanno parlato i tre sottoscrittori è previsto proprio nel protocollo che agisce su diversi punti: la diffusione della cultura della legalità; la risposta ai bisogni dei lavoratori; la realizzazione di corsi di lingua; la realizzazione di corsi sulla conoscenza dei diritti dei lavoratori; l’inserimento lavorativo; la risoluzione di controversie lavorative; il presidio del territorio.
Pezzi di un puzzle di competenza trasversale o specifica in base alle pertinenze delle diverse realtà coinvolte apprezzati anche da Annalisa D’Angelo, direttrice di un istituto “da sempre in prima linea per promuovere il lavoro sano, in tutte le sue forme”. Non a caso “la presidenza Inps della Sezione Territoriale di Ferrara della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, costituita lo scorso anno sotto l’egida della Prefettura, ne è compiutamente espressione. L’esperienza che si sta sviluppando a Ferrara – in un settore centrale e strategico per il territorio, quale quello agricolo – è particolarmente emblematica e significativa, in quanto prova concreta del valore aggiunto che la cooperazione interistituzionale tra tutte le realtà a vario titolo impegnate sul campo può produrre, in termini di condivisione partecipata di obiettivi e strategie per il loro perseguimento”.
Il sindaco di Portomaggiore, Dario Bernardi, non è riuscito a essere presente ma ha voluto rilasciare un commento specificando come l’amministrazione sia “in prima fila contro questo fenomeno dal momento in cui ci siamo insediati. Quello che osserviamo sul territorio di Portomaggiore è che la diffusione del caporalato ha portato con sé un gran numero di persone straniere in condizioni precarie dal punto di vista sociale e dell’alloggio, generando situazioni di degrado e conflittualità che vanno combattute ed eradicate. Per questo vediamo come positiva ogni azione congiunta e concordata tra istituzioni per aggredire questo fenomeno”.
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni
Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com