Cronaca
12 Giugno 2024
Il garante dei detenuti: “E’ necessario lo sforzo di tutti per alimentare la speranza delle persone detenute”

Collaboratore di giustizia si suicida in carcere

di Redazione | 3 min

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Questa mattina (martedì 11 giugno), intorno alle 6.30, nel carcere di Ferrara, un detenuto di 56 anni, collaboratore di giustizia, si è tolto la vita all’interno della cella impiccandosi con un lenzuolo. L’uomo è stato trovato dalla polizia penitenziaria che, nonostante sia intervenuta prontamente, non è riuscita a salvarlo come, il più delle volte, avviene in questi casi.

“Ricordiamo, infatti, – affermano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Francesco Campobasso, segretario nazionale – che ogni anno la polizia penitenziaria salva la vita a circa 1.700 detenuti che tentano il suicidio, a volte anche per mettere in atto gesti dimostrativi, volti ad attirare l’attenzione e che poi possono finire in tragedia. Nonostante le gravi carenze di organico la polizia penitenziaria, grazie alla professionalità degli agenti, il più delle volte, riesce a salvare la vita dei detenuti”.

“Questi episodi – aggiungono -, spesso, costituiscono un trauma anche per gli operatori che intervengono in quel momento. Da qui la necessità di un adeguato supporto psicologico”.

A quanto si apprende, l’uomo non aveva dato alcun segnale premonitore e non era stato segnalato come a rischio suicidario. La procura di Ferrara, infatti, ha aperto un fascicolo iscrivendo la notizia di reato a modello 44, vale a dire il registro delle notizie per le quali non si in grado di individuare la persona alla quale debba essere addebitato il fatto.

Si tratta del quarto suicidio in carcere in Emilia-Romagna e del trentanovesimo in Italia.

Sull’evento interviene anche Roberto Cavalieri, garante regionale dei detenuti della Regione Emilia-Romagna.

“E’ necessario lo sforzo di tutti – afferma il garante -, anche delle istituzioni territoriali, per alimentare la speranza delle persone detenute. A questo detenuto mancava poco per chiedere la detenzione domiciliare ma forse mancava un corretto sostegno per la costruzione di un progetto all’esterno”.

“L’Amministrazione penitenziaria – continua Cavalieri – in Emilia-Romagna conduce un’azione capillare di attenzione al tema della prevenzione del suicidio in carcere, anche in coordinamento con la sanità regionale, ma il fenomeno mantiene aspetti di imprevedibilità soprattutto quando le persone ristrette non manifestano in modo palese un disagio”.

“Con il suicidio del 56enne collaboratore di giustizia nel carcere di Ferrara siamo a 5 suicidi in una settimana e 41 dall’inizio dell’anno. Uno stillicidio di vite che sembra inarrestabile come l’incapacità del DAP e del Governo di emanare provvedimenti seri che riguardino le carceri”. Questo è il commento del segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria S.PP. Aldo Di Giacomo: “l’Amministrazione Penitenziaria sembra di fatto esautorata da ogni decisione che sembrano essere prese solo dal sottosegretario alla giustizia Andrea Del Mastro. I provvedimenti messi in campo sino ad ora dal sottosegretario, con eclatanti conferenze stampa e seguite da foto con sorrisi da matrimonio, sono provvedimenti irrazionali e privi di risolutezza dei problemi carcerari; primo fra tutti l’istituzione di un gruppo di intervento speciale in caso di rivolte e non da meno l’istituzione di protocolli operativi o l’acquisto di guanti antitaglio, di scudi e manganelli. Oltre detti interventi null’altro è stato posto in essere per evitare che le carceri siano in mano ai delinquenti da una parte né tanto meno a salvaguardia per quei detenuti più fragili.

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